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Da Ferramonti - Lettere personali

Ferramonti 20 agosto 1942
Mio caro amico, certamente resterai sorpreso nel ricevere posta da me, io però dal tempo che andai in viaggio, sempre mi sono interessato, presso Wilmos, della tua salute e del tuo destino, che con immensa soddisfazione apprendo che ti è amico.
Nel momento però avrei da chiederti un gran favore. Come tu sai, ora si sta avvicinando la cattiva stagione, ed inizia anche la stagione del "ping-pong", perciò ti sarei a pregare di farmi la cortesia di mandarmi 40 o 50 palline da "ping-pong", marca "Liga extra" perché qui si trova della roba poco buona. Io ti manderò immediatamente l'importo della medesima, se però, non vuoi così, manda lo stesso. In seguito ti contraccambierò della tua gentilezza. Se desideri altrimenti, scrivimelo.
Il nostro amico Wilmos ancora continua la solita vita dei suoi primi giorni in Ferramonti, si esaspera perché l'affare va per le lunghe.
Io grazie a Dio sto bene e ti penso molto. Ora, però, chiudo il mio scritto e resto in attesa che quanto prima mi giunga la tua risposta.
Ti abbraccio. Il tuo amico Geza Rosner


Ferramonti 24 agosto 1942
Miei cari, finalmente ieri l'altro ho ricevuto la tua lettera in data 31 u.s. e la cartolina dell'8 corrente mese. Infelicemente le poste straniere funzionano molto lentamente. Certamente se scrivo in ungherese arriveranno un po' più in fretta.
E' pena che anche le poste Italiane funzionino così adagio! Già è una settimana che abbiamo ricevuto una lettera di Ladislao, dal giorno 11, però, siamo senza alcuna notizia, tempo assai lungo!
Speriamo che nel frattempo non sia accaduto nulla di grave, e principalmente che tutti stiano bene. Di me non scriverò nulla. Con il tempo ho molta sorte, perché negli ultimi tempi ha piovuto solo una settimana, molto forte, se non avesse piovuto vi sarebbe stata molta polvere. Il mese di agosto è stato veramente bello e piacevole.
Tutto il giorno sto vestito con un paio di pantaloni, una camicia corta ed i sandali e da quando mi sono arrivati i pantaloni corti sto ancora meglio! Così non si consumano i vestiti.
D'altra parte qui vi è ogni professione o mestiere, sarto, sarta, calzolaio, orologiaio ecc. non vi è mestiere che qui non si faccia, questo è un sistema casalingo che ci dà modo di non aver pensieri. I giorni non passano mai, le giornate sono lunghe e noiose, però ammazzando il tempo con qualche occupazione si rendono più brevi e piacevoli, si ride, si scherza e in questo modo non ci si avvede del tempo.
Anche per il mangiare ci si abitua, se si sa disabituarsi alla carne! Qua e là c'è sempre modo di ottenere qualche cosa, pagando bene, però nel bar si trova roba migliore e più a buon prezzo, pena che sia poca. Frutta ce n'è in abbondanza e ottima.
Pietanze di verdura non ve ne sono tante da scegliere, la pietanza principale è quasi sempre accompagnata con patate. Uova non ve ne sono affatto, non si possono trovare in alcun modo.
Finalmente da quando sono qui non ho più bevuto u.u., il tè e il caffè sono le mie bevande, all'infuori di queste siamo fritti ….
Frequentemente prendiamo il chinino.
Non ho ricevuto ancora un rigo, per cui non posso stare tranquillo. Con Giovanni non sono in relazione e non saprei dove scrivere, poiché non conosco il luogo.
La lettera di Mocà non mi dava il nome giusto, forse l'avrà scambiato con qualche altro, ad ogni modo io mi proverò a scrivere lo stesso. Vi desidero molta salute e bacio tutti indistintamente. Firma illegibile PS: Per ora non ho bisogno né di cappello né di vestiti.
Mittente Andrea Sterk


Ferramonti 26 agosto 1942
Cara Maddalena, dalla tua cartolina apprendo che non state troppo bene. Mi rincresce che non abbiate definito ancora questa Vostra situazione, chè l'attesa non è davvero conveniente. Comprendo il vostro stato di nervi, poiché in alcun modo riuscite a sistemare la vostra salutare sistemazione. Qui da noi è sempre lo stesso, eccetto che i camerati stanno diventando un po' per volta dei montoni. Beck il giorno otto è partito per Cuba, il giorno 17 anche Miller è andato al confino in un porto dell'Adriatico. Dromlevics e Mitner sono venuti a stare nella tua ex stanza, sono dei vicini molto per bene e silenziosi. Il nuovo …. (caponk) in modo tutto particolare Dromlevics che sembra proprio nato per questa carriera. Ora s'aggrappa o piuttosto siede solo per caso sta in piedi, perché Frisch, quello che mangiava assieme a Beck, quello molto robusto, si è fermato nel ….(hashàrtyagynalladàs) di Cosenza
Ora però con qualche nuovo indirizzo che ci permette avere delle paradossali notizie, ho incominciato a leggere qualche cosa di piacevole. Un avvenimento piacevole è stato, per esempio, l'anniversario di Eva: è stata una festa molto allegra e piacevole, pena che tu non sia stata tra noi. Certamente ti saresti divertita molto. C'era da mangiare, da bere, grammofono, danza e ottima disposizione da parte di tutti. Eva ha ricevuto bellissimi regali, essa era raggiante e bella (già come Eva). L'unica nuvola della sua brillante felicità, fu che Renè aveva male alla mano e Eva, poverina, fu costretta a far da sé la pettinatura per la festa. Ora ti do una brutta notizia e cioè che è morto il padre di Brodi-Weiss. La famiglia è molto sconsolata. Sono stata con Aranka e Eva a fare le condoglianze. Renè, poverino, è in cattivo stato, e ciò in gran parte è dovuto anche che Sveljnga il quale nuovamente si trovava molto bene sotto tutti i riguardi, è andato al confino.
Cara Maddalena, spero che sarai soddisfatta di me. Ho enumerato e descritto tutto con precisione. Noi grazie a Dio stiamo bene e spero che al più presto avrò un tuo scritto che mi confermi che sei più tranquilla e soddisfatta, cosa che desidero con tutto il cuore. Alfredo e Aranka, Lilly e Winslom ti salutano sentitamente, io però ti bacio ripetutamente. Saluti a Margit, tua Bella. (Isabella Malinowsky) Spero che scriverai anche a noi. Tanti, tanti baci da Eva.


Ferramonti 10 novembre 1942
Care Maddalena e Margherita, rispondo con un po' di ritardo alla cara Vostra cartolina (la lettera ancora non è arrivata), la causa del mio ritardo nel risponderVi è stata motivata dal fatto che in questo frattempo sono stata due volte a Cosenza con Tatya. E' stato molto bello il nostro soggiorno là, ci siamo sentite ottimamente; la felicità di Tatya non ha conosciuto rivale. Nel frattempo ci ha assalito un feroce appetito, come pure al Rodi-trasporto, Kurti, Elbert, Antman, Teichman e Mostkovics Rozsi: Essi sono arrivati con Lali e mi hanno portato un pacco da parte di Paolino. Dentro c'era: sapone, marmellata, un pezzo grande, cuscini e coperte pesanti, una lettera e una fotografia. ImmaginateVi quanto io sia stata contenta e a lui grata di tutto ciò! Poverino, ha subito un'operazione, gli hanno tolto l'appendice, ora, però, grazie al buon Dio, sta molto bene, anche d'aspetto. Anche noi, grazie al cielo, stiamo bene. Abbiamo lasciato la casa di Erga, perché in questo frattempo sono stati mandati al confino per causa di Kalyha. Spero che Vi troviate bene nel luogo ove ora Vi siete sistemate. Scrivete più spesso e più a lungo. Tanti baci e saluti carissimi a tutti ed a Voi in modo tutto particolare. Bellus

All'internato Anton Lebovitz
Cosenza, 13 maggio 1942
Miei cari! Come vedi io sono arrivata felicemente, senza alcun inconveniente. Secondo il medico, si può attendere ad ogni istante. Non essere impaziente, mio caro, e curati del bambino. Non piangeva che dov'è la mammina? Io ho passato la prima notte del tutto insonne. Non lasciarti sedurre dalla signora Meyer. Va' infallibilmente dal Mandler per la roba del pupo, perché questo manca qui moltissimo, e chiedi per Lèvike un vestito d'estate, digli che non abbiamo nulla da fargli indossare. Io ho lasciato sulla sedia i vestitini del bambino, che ho lavati, prega la signora Meyer che li stiri. A me sono rimaste lì le mutande, fammi il piacere di sciacquarle con un po' di acqua fredda. Dallo Strelinger provvedi nei riguardi del ricostituente alimentare, affinchè non ti ingannino. Puoi domandare al Mandler se non ci sarebbe per me una qualsiasi camicia da notte, perché ne avrei bisogno. Ancora una volta ti prego di guardarvi bene. Se arriva della posta, mandamela subito. Vorrei già tanto essere di ritorno, tra voi. La tessera del latte è da Kellner. Scrivi spesso e di tutto. Saluto tutti i conoscenti. A voi mando mille baci. La tua Mirjam.
Adesso sono stata visitata ed è stato costatato (sic)che solo 8 mesi: Se possibile ritorno.
Mittente: Blanka Lebovits, Ospedale, Cosenza

Cosenza, 14 maggio 1942
Miei cari! Io ed il mio figliolo, grazie a Dio, stiamo bene. Ieri nel pomeriggio, tra le 4 e le 5 è nato un piccolo bimbo nero, con una gran capigliatura. Spero, con l'aiuto di Dio, di poter tornare a casa il giovedì o il venerdì della prossima settimana. Miei cari, se venite, non mi portate nulla da mangiare. Se vuoi, scrivi per mezzo di Mandler all'ingegnere Falk, che lo inviti come padrino di battesimo, o lo stesso Mandler. Non so se non sarebbe il meglio se venissi in modo che poi andiamo insieme a casa. Lascio a voi di decidere circa la visita: venite quanto prima. Porta con te per il bambino la piccola coperta di flanella, la fascia per l'ombelico, le fasce larghe, la camicetta con le maniche lunghe e la vesticciola, ed a me le mutandine grigie calde. Scrivi a tutti, io presentemente non ho scritto, perché non ho cartoline. Se vieni, dillo a Neumann. Che fate? Come si comporta Lèvike? Fa' in modo di comperare qualche merce, riso e così via. Avevo ragione io che sarà un maschietto. Saluti a tutti i conoscenti. Scrivi quando venite. Mandami la posta. Molte volte ti bacia - la tua Mirjam - Vesti bene Lèvike, fagli indossare il vestito di maglia.
Tradotto il 15 ottobre 1942/Br


Cosenza, 17 maggio 1942
Miei Cari! Mi meraviglia, caro Anton, che non ricevo da te alcuna posta. Spero che hai ricevuto tutte e due le mie cartoline. Se è possibile, vieni mercoledì o giovedì, se non sarà festa, e allora ritornerò subito con te a casa. Disponi in modo che riceva pane per il giorno in cui arrivo a casa e prepara per me il latte. Sbriga questo il giorno avanti con l'Oppenheim. Porta con te due o tre fasce, un piccolo berretto, camicia, giacchetta, se c'è qualcosa di caldo. La piccola coperta di flanella, una fascia ombelicale, una fascia larga, a me le mutande grigie calde. Guarda ch'io riceva il ricostituente. Vesti bene Lèvike: dagli il vestito grigio di maglia con la piccola camicetta. Aspetto appena di essere di nuovo tra voi. Ieri mi sono già un poco alzata. Non posso immaginare tutto ciò che stai preparando per me. Lavori? Scrivi subito e vieni quanto prima. Vorrei già essere a casa per il bambino. Che ha detto Levi che non ho comprato la Juditka? - Ti bacia - Mirjam - Saluto i conoscenti, la famiglia Meyer
Tradotto il 20/10/942/Br

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Geza Rosner arriva a Ferramonti da Rodi il 27 marzo del 1942. Risulta emigrato verso una destinazione sconosciuta nel 1943. Difficile identificare dal solo diminutivo l'altro internato di cui si parla nella lettera.
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Andrea Sterk, ebreo di origine ungherese residente ad Abbazia (Provincia del Carnaro) è internato a Campagna (SA) il 27 luglio del 1940. Dopo un breve periodo trascorso nel campo di Alberobello (BA) passa a Ferramonti il 14 luglio del 1942, dove resta fino al 15 marzo del 1943, quando viene trasferito in internamento libero a Tricarico (MT). E' presente a Taranto al 23 novembre 1944. Il Ladislao di cui si parla nella lettera è stato identificato in Ladislao Sterk, fratello di Andrea internato a Ferramonti solo il 4 dicembre del 1942, per poi essere trasferito a Capestrano (AQ) il 13 agosto del1943. Si allontana dal paese il 04 ottobre 1943. Difficile identificare l'altra persona cui si accenna nella lettera.
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L'autrice delle due lettere, Isabella Abeles Malinowski, e la figlia Tatiana arrivano a Ferramonti da Rodi il 12 febbraio del 1942. Non si conosce il luogo in cui si trovavano dopo la liberazione del campo o quello verso il quale si diresse.
Gli altri internati a Ferramonti nominati nelle lettere che è stato possibile identificare sono:
  • Ottavio Beck e la moglie Antonia Steiner profughi dalla Jugoslavia, internati a Ferramonti da Fiume il I° ottobre del 1941 il quali emigrano verso una destinazione non nota l'8 agosto del 1942
  • Max Frisch profugo dalla Jugoslavia, internato a Ferramonti da Susak il 3 ottobre del 1941 e morto a Ferramonti il 17 settembre del 1942
  • Vittorio Svrjluga, profugo dalla Jugoslavia, internato a Ferramonti da Susak il 14 settembre del 1941 e successivamente trasferito in provincia di Asti il 24 agosto del 1942. Non si conosce il luogo in cui si trovava dopo la liberazione del campo o quello verso il quale si diresse
  • Ignac Dromlevic a Ferramonti da Rodi il 27 marzo del 1942. Si imbarca a Napoli per Fort Ontario (Oswego, New York) nel luglio del 1944
  • Ladislav Kürti, Blima Antmann, Oskar Teichmann, Rosalia Mostkovics sono tutti naufraghi della nave Pentcho internati a Ferramonti da Rodi
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Anton Lebovits era arrivato a Ferramonti da Rodi con la moglie Schwarz Blanka ed il figlio Lewi il 12 febbraio del 1942. Nel maggio dello stesso anno era nato a Cosenza il figlio Ernesto. I coniugi Lebovits e i due figli partiranno da Taranto verso l'allora Palestina il 31 maggio 1944.
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