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A Ferramonti - Dai territori annessi all'Ungheria - 3

La provincia serba della Vojvodina



Da Zenta


(Agli internati Stefano di Majo e Gizi Ehrenfeld)

Senza data
Miei amati, siamo oltremodo inquieti, cara Gézi, per causa del Vostro lungo e prolungato silenzio, spero però che state bene di salute; vorrei già poterti rivedere o per lo meno vedere qualche Vostro scritto. Cara Gézi, scrivi più spesso. E' arrivata, la settimana scorsa, da Màyer Franczòntol una lettera per il fratello, dove dice che anche Voi state bene, miei cari figlioli e siete suoi vicini. Io non ho più tranquillità e pazienza per concludere niente, tutte le mattine sono alla porta di casa che attendo il postino, ma invano. Anche da Giuseppe da parecchie settimane che non riceviamo suoi scritti. Il Buon Creatore Vi protegga e aiuti, Vi conceda la felicità che ci possiamo riabbracciare presto. Noi, grazie al Cielo, stiamo bene. Séredi è con Paolo, essa là si sente molto bene, un po' di cambiamento non le può pregiudicare. I bambini vanno a scuola, sono bravi e attivi. I ragazzi non sono a casa che la sera con i piccoli.
Miei cari figlioli anch'io solo posso scrivere come scrive la nonna, e cioè che sono oltremodo inquieta, mi consolo pensando che probabilmente ci arriverete a casa. La fotografia che da parecchio tempo è stata spedita, mi meraviglia che non sia ancora arrivata; certamente la censura l'avrà tolta di dentro la lettera, dopo della quale non abbiamo ricevuto più niente da Voi. Scrivete e mandateci la corrispondenza Vostra tutta raccomandata. Baci Vostro Padre. baci affettuosi Vostra Madre
Mitt. Ehrenfeld Szmuel , Zenta


Nostri cari, … ?? (una parola illeggibile) Prima ancora di ricevere la vostra risposta alla nostra precedente ci affrettiamo a scriverVi, però siamo curiosi se avrete ricevuto la nostra lettera. Marton ha scritto una cartolina, l'abbiamo letta e siamo contenti che grazie a Dio stiate tutti bene e che siate felici e contenti, anche lontani. Dalla cara Gézi abbiamo ricevuto una cartolina che si citava anche nella tal lettera, ma da quel tempo non abbiamo ricevuto più nulla. M.B. le ha spedito da parte dei genitori 50 pengöt, sono ansiosa di sapere se li ha ricevuti, quando e come sono arrivati. Infelicemente non si può più spedire denaro. Loro tacciono. Voi, carissimi, come state? Non avrete bisogno di qualche cosa? Sapete sopportare le strettezze? Davvero ci vuole molta abilità per fare a Voi queste domande, ma in questi momenti sono indispensabili spese maggiori. Noi, per grazia di Dio, stiamo tutti bene. Lavoriamo molto. K.Duci guadagna 5 pengöt al giorno ed il vitto. Io molto meno poiché è senza vitto, cosa molto importante in questi momenti. Da Bernek ancora nessuna notizia? Anche i Pehetek non scrivono? I Marton stanno bene, soltanto poveretta la Melania che continua a non star bene. Essa ha un'eruzione cutanea. D'altra parte è sempre tutto come prima, soltanto scrivete più spesso. Vi bacio caramente Adele

Carissimi, scrive … (una parola o meglio nome illeggibile) che scrivete spesso. Credo che addirittura invece non avete scritto a noi. Speriamo che tra breve sia il matrimonio per cui vi faccio le mie congratulazioni ed auguro le migliori cose e tanta tanta felicità; e mi auguro che questo vostro pensiero e preoccupazione sia stata la causa della dimenticanza di darci Vostre grate notizie. Speriamo che stiate bene di salute, noi grazie a Dio stiamo bene. Soltanto vi sono sempre delle noie per il denaro. Il lavoro va adagio, la settimana scorsa ho anche lavorato al teatro. Avrei molto piacere di leggere una Vostra lunga lettera. Vi bacio ripetutamente. Deszö. E' una grande pena che non si possa mandare a G'zi il pacco.


Da Ada


Cartolina intestata a "Bira Giuseppe, fabbrica di ombrelli in ADA [già Jugoslavia]
Alla spettabile Ditta SALOMONE PAPO-SASSON

Ada, 1 giugno 1942
Cara sorella e cognato,
abbiamo ricevuto la vostra cartolina del 16 maggio e vi comunichiamo di trovarci bene in salute. Il babbo è partito per Banja, ove è stato già l'anno scorso. Il suo indirizzo è il seguente: …….
Altro non ho da scrivervi. Vi saluto e vi amo. [Firma]
Cari nostri, con lettera precedente Vi abbiamo spedito una fotografia che nel frattempo l'avrete ricevuta. Vi saluta ed ama Vostro fratello [firma]
Cara Lili, siamo felici di saperti occupata. Così potrai meglio attendere il tempo del nostro incontro. T'ama Pisti


20 ottobre 1942
Cara Lili, abbiamo ricevuto la tua cara in data 15.settembre u.s. Il signor Birn oggi è molto stanco per cui ti scriverà in questi prossimi giorni. Le Vostre buone notizie ci hanno rallegrati molto, come pure anche il fatto che i nostri amici abbiano soddisfatte le nostre richieste: certamente, da quel tempo in qua, avrai anche ricevuto l'altro pacco come pure anche la prima rimessa di denaro, corrispondente a 950 po. Nel frattempo ha scritto anche a noi, dice che ha combinato tutto, egli ancora non sa quando andrà in viaggio per fare quella solita visita della volta scorsa, ma , quando arriverà il momento ce ne darà avviso. Oltre a quelle 500 lire di cui ho scritto, abbiamo ottenuto il permesso per altre 1000 lire per settembre e lire 750 per ottobre, come invio di aiuto e speriamo che, in base al vostro certificato, ancora quest'anno avremo il permesso di fare altre due rimesse. Non dimenticate, nel frattempo, di inviare un altro certificato uguale al primo. Anche Birn sta bene, hanno trascorso qui tre giorni, la zia Blanka e lo zio Carlo, forse anche per ciò oggi Kissé è un po' stanca, ma a parte ciò, si sente sempre molto bene. Come già scrittoVi i ragazzi è un mese che sono andati più lontani. Gyozò ancora non ha scritto; da Tibi già è arrivata una cartolina, dove ci dice che sono arrivati bene, mandano baci anche per Voi. L'indirizzo è Birn Tibor ….. aiutante, posta campo n°… - puoi provare a scrivere, ma non so se riuscirà a ricevere la tua lettera, poiché anche noi solo possiamo inviare cartoline. Come Gyozò facciamo presente tutti i parenti. La zia Blanka, lo zio Carlo, Giovanni, Nia, Stefano, tutti mandano tanti baci. Molto tristi e preoccupanti notizie abbiamo al riguardo della povera famiglia di Salomone, infelicemente questa è oggi la sorte di tutti quelli che si trovano là, ma certamente questa situazione finirà ed avremo giorni migliori. Vi ringraziamo e speriamo che i vostri bei progetti siano coronati di esito. Restiamo in attesa di un altro avviso in merito a quell'affare. Se la nostra prova darà buon esito, ancora prima di giungere del vostro avviso sbrigheremo le cose, al più presto, nei modi adottati dai nostri amici a provvedere alle loro necessità. Anche noi chiederemo loro come fanno. Novità nessuna. Viviamo tranquillamente. Ora quasi non c'è lavoro nel negozio della zia, i tempi sono cattivi. Restiamo in attesa di tue nuove. Geza Saluti a suo marito ed a lei bacio le mani Gigo. Vi bacio. Vostro padre . L'indirizzo che tu mi chiedi, fra qualche giorno soltanto lo potrò avere. Te lo manderò immediatamente.


Da Szabadka


(Agli internati Margherita Sipos e Marko Suput)

Szabadka, 12 ottobre 1942
Mia buona e cara Margherita e Marko, un'ora fa mi sono fermata in un nuovo luogo, dove ho potuto avere Vostre notizie, alle quali ho risposto subito, aggiungendo qualche rigo alla lettera di un buon amico. Abbiamo atteso il vostro ritorno a casa per il 9, come da voi precisatoci nella Vostra cartolina. Ora sono molto agitata e nervosa, per cui Vi scrivo soltanto poche righe, fra giorni vi scriverò più a lungo. Io sto bene di salute, infine mi rallegro di sentire parlare di Voi. Non vedo l'ora, che mi riprometto sia presto, di ricevere Vostre più ampie e dettagliate notizie; l'importante, però, è che stiate bene di salute. Scrivo sempre nel negozio di faniszà. Vi bacio affettuosamente
Vostra mamma Ved. Sipos Sandor


Scrivete anche voi, pigroni!
Szabadka, 14 ottobre 1942
Mia cara e buona Margherita e Marko, pure ieri l'altro vi ho scritto una cartolina e in un nuovo luogo, ove mi sono trovata per caso, ho aggiunto qualche rigo alla lettera di un amico, come pure oggi Vi scrivo. Avrei piacere di avere nuovamente Vostre care notizie. Sentire ripetere ad alta voce: "sto bene, non abbiamo alcuna noia e dolore che ci faccia soffrire, la nostra salute è perfetta e che se abbiamo un po' di riguardo per lo stomaco, anche questo sta bene ed in fine non vi sono guai." Naturalmente io ho sempre timore che no stiate troppo bene ed abbastanza tranquilli. Abbiate riguardo di voi affinchè ci possiamo riabbracciare sani e felici. Sono stata nuovamente invitata, con lo zio Giovanni, per una intera giornata, dai Kapasolatas, non so decidermi in merito ancora. Anche in casa non si fa cenno dell'affare, benchè sarebbe ben grato e piacevole abitare in città. Anche ultimamente sono stata a Kaniszà per tre settimane, ho dovuto ritornare per causa del cambiamento del maggiordomo e perché la vecchia Anna pure se ne va e perciò non vanno d'accordo con Fiszé. Per ora non ne ho altre in vista, ma attendo ancora un po' e immediatamente che ne avrò trovata un'altra me ne ritornerò a Kaniszà, molto probabilmente in questa stessa settimana. Se scrivete a questo indirizzo, faranno proseguire la corrispondenza che mi riguarda. Laggiù deve essere un clima piacevole ed in realtà Vi auguro che non abbiate inverno. Io pure ho molta paura del freddo. Se è possibile, scrivete per lo meno tutte le settimane. Vi desidero ogni bene; vi bacio molto affettuosamente. Vostra Mamma. Ved. Sipos Sandor

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I destinatari delle lettere sono stati identificati in Stefano Di Majo e nella moglie Ehrenfeld Ghizi, arrivati in Italia con il gruppo di profughi internati dalla Dalmazia alla fine del 1941. La loro prima sede di internamento fu Cison di Valmarino in provincia di Treviso . Nel mese di luglio del 1942 furono trasferiti a Ferramonti e vi rimasero fino al dicembre successivo, quando furono rinviati di nuovo a Cison di Valmarino. Si allontanano dal paese il 27 ottobre del 1943 e sono presenti nel campo di S.Maria al Bagno (LE) nel 1945.
Il mittente della lettera, Ehrenfeld Szmuel era nato a Nagykaroly, Carei in romeno, in Romania. Era un mercante ed era sposato con Fani. Durantela guerra viveva a Zenta, Jugoslavia. E' perito nella Shoah.
Fani Rozenberg Erenfeld era nata a Felsonyarad, Ungheria. Era una casalinga ed era sposata con Samuel. Prima e dopo la guerra viveva a Zenta, Jugoslavia. E' perita nella Shoah.
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I destinatari della cartolina e della lettera sono stati identificati nei coniugi Salomone Papo Sasson e Lily Birn, arrivati a Ferramonti dal campo di Kavaja in Albania il 27 ottobre del 1941. I coniugi Papo-Sasson risultano presenti a Bari nel Camp Transit al 16 agosto 1944.
Birn Josef era un industriale che viveva ad Ada. Il suo nome è presente in una lista di perseguitati durante la Shoah.
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I destinatari delle lettere sono stati identificati in Margerita Sipos e Marco Suput, arrivati a Ferramonti da Lubiana il 1° settembre del 1941. I coniugi Suput saranno presenti a Bari nel Camp Transit al 1° ottobre 1944.
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Senta (serbo: ?????; ungherese: Zenta) è una città e una municipalità del distretto del Banato settentrionale nel nord-est della provincia autonoma della Voivodina. È situata nella regione geografica del Ba?ka. Dal 1941 al 1944 Senta fu occupata dalle truppe dell'Asse e fu annessa all' Ungheria .
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Ada (serbo: ???) è una città e una municipalità del distretto del Banato settentrionale nel nord-est della provincia autonoma della Voivodina. È situata nella regione geografica della Ba?ka, lungo le sponde del fiume Tibisco. Il nome della città è uguale sia in Serbia che Ungheria. Tra il 1941 e il 1944 il Banato fu annesso all'Ungheria. La popolazione ebraica di tutta la regione fu in maggioranza uccisa o deportata.
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Szabadka (in serbo Subotica) è una città e una municipalità della Serbia settentrionale, nella Provincia autonoma della Voivodina. Nel 1941 venne annessa all'Ungheria. Le truppe occupanti uccisero numerosi civili e almeno 4 000 Ebrei di Subotica vennero deportati.
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