La provincia di Lubiana Indice Il gruppo proveniente da Kavaja

IL GOVERNATORATO DELLA DALMAZIA

L'acquisizione della Dalmazia assunse, per il fascismo, un forte valore simbolico, nel nome di una pretesa antica italianità di questa regione.
Per questo motivo, grande fu l'impegno profuso dalle autorità centrali e locali nel trasferimento nelle province dalmate dell'impianto amministrativo, oltre che dei riferimenti politici ed ideologici, con lo scopo di italianizzare e fascistizzare la regione.
La Dalmazia fu l'unica nelle zone annesse nella quale risulta essere stato trasferito ufficialmente anche il sistema delle leggi antiebraiche, che andarono a colpire le Comunità locali. 1
Forze antisemite erano presenti nelle organizzazioni locali del partito fascista, appoggiate dalle autorità, convinte che gli ebrei fossero pericolosi anche politicamente.
Conseguentemente, già nelle prime settimane di occupazione, forte era l'allarme per la presenza di ebrei profughi dai territori interni che si erano riversati in Dalmazia, individuata come meta facilmente raggiungibile, grazie anche all'estensione della sua frontiera.
Come accadeva nelle altre zone, anche nelle Province Dalmate molti dei profughi venivano arrestati perché "muniti di documenti falsi che - in base a quanto segnalava la Legazione Italiana a Zagabria - avevano ricevuto da apposita organizzazione composta uomini e donne che rilasciano detti documenti non rivelando loro identità […] I lasciapassare verrebbero spontaneamente offerti at ebrei per somme varianti da 10.000 dinari at somme irrisorie ciò che fa ritenere organizzazione agisca fini politici" 2 .
Quest'ultima considerazione corrispondeva al pensiero di Bastianini, che vedeva i profughi ebrei portatori di una minaccia per l'ordine pubblico; su di lui, tuttavia, avevano buon gioco anche le pressioni dei croati che minacciavano di sospendere i rifornimenti alimentari che dal loro territorio arrivavano in Dalmazia qualora i profughi non fossero stati rimandati indietro3 .
In una comunicazione diretta il 27 luglio del 1941 dal Ministero dell'Interno alla Direzione generale di pubblica sicurezza, avente per oggetto: "Afflusso di profughi a Spalato" si riporta la preoccupazione del Governatore per la presenza a Spalato di 180 profughi che la Comunità Israelitica locale non era più in grado di mantenere e le sue richieste "perché sia provveduto alla loro assistenza materiale e all'eventuale internamento". 4
In realtà Bastianini aveva come unico scopo quello di allontanare gli ebrei profughi dal territorio di sua giurisdizione, utilizzando tutti i mezzi di cui poteva disporre.
Il loro numero veniva comunicato regolarmente a Roma con relazioni molto dettagliate. Da esse è possibile anche ricostruire i provvedimenti adottati nei loro confronti, che furono:
- concessione della permanenza a Spalato, come in altre località, degli ebrei residenti prima dell'annessione, che però dovevano essere sottoposti comunque a controllo;
- trasferimento in Italia, alla fine del 1941 del gruppo più consistente di profughi internati dalla Jugoslavia, seguito da altri trasferimenti di singoli o piccoli gruppi nel periodo successivo;
- respingimenti o allontanamenti, in particolare quelli disposti nel giugno del 1942;
- istituzione di campi di internamento sul territorio della Dalmazia.
Come si vede, tutte scelte operate per rispondere all'intenzione di isolare i residenti dal resto della popolazione e di allontanare i profughi. 5
I dati in esse contenuti sono sintetizzati nelle tabelle che seguono.

RESIDENTI E PROFUGHI NELLE PROVINCE DALMATE
  15 gennaio 1942 9 novembre 1942
Situazione pregressa Risultato spostamenti Situazione pregressa Risultato spostamenti
Pertinenti a Spalato 425 425 485 485
Profughi presenti a Spalato 288
Profughi aprile 1941/maggio 1942 1931 2742
Internati a Curzola capoluogo 224560560
Internati a Curzola/ Vallegrande 272
Profughi internati in altre località 52
Profughi internati in Italia fine 1941- 1942 1095 1193
Respinti alla frontiera 475
totale presenze in Dalmazia 1209 1035

Le informazioni contenute nella tabella mettono in rilievo la particolarità della Dalmazia, che fu l'unica, tra le zone annesse all'Italia, ad a individuare sul proprio territorio località di internamento libero, andando, andando anche contro le prescrizioni che arrivavano da Roma.
La principale tra queste località fu l'isola di Korzula (Curzola) nella quale gli internamenti iniziarono già nell'estate del 1941 e dove, via via furono raccolti anche i profughi precedentemente ospitati in altre località. 6
I trasferimenti verso l'Italia iniziarono il 20 novembre del 1941; più di mille profughi vi furono trasportati con la nave "Cattaro" che faceva la spola tra Spalato e Fiume. Il prefetto di questa città, Temistocle Testa aveva avuto dal Ministero l'incarico di organizzare il trasferimento verso le varie destinazioni ed entro il 15 dicembre tutti raggiunsero le località di internamento loro assegnate, situate nelle province di Vicenza, Treviso, Asti, Aosta, Parma. 7
Gli ebrei profughi internati provenivano in maggioranza dalla Croazia, circa 200 dalla Serbia; i rimanenti erano austriaci, cecoslovacchi, ungheresi, tedeschi, rifugiatisi in Jugoslavia prima del 1941.
Questi trasferimenti furono considerati da molti profughi delle vere e proprie operazioni di salvataggio condotte volontariamente dai governanti italiani, ma basta leggere i telegrammi con cui la Prefettura di Spalato avvisava il Ministero, la Prefettura di Zara e quella di Fiume della partenza della nave Cattaro per individuarne le vere ragioni.
Gli ebrei erano sì definiti "internandi non pericolosi" per cui veniva loro risparmiato l'internamento nei vari campi che si andavano istituendo per gli altri jugoslavi arrestati nell'ambito della repressione della lotta partigiana, ma venivano trasferiti "per ridurre il numero degli appartenenti alla razza qui presenti". Da notare, però, che il trasferimento comunicato in data 19 novembre 1941 comprendeva anche " 50 ebrei non pericolosi" destinati a Lipari, l'isola in cui venivano inviati gli oppositori politici al regime fascista. 8
La tabella che segue raccoglie le informazioni finora raccolte sul destino cui andarono incontro gli ebrei internati in Italia dalla Dalmazia.

Emigrati durante l'internamento -
Morti durante l'internamento 6
Arrestati e deportati 73
Presenti nei campi UNRRA (Roma e Puglia 1944) 374
Rifugiati nei pressi delle località di internamento (1945) 69
Partiti per la Palestina (1944) 22
Partiti per gli Stati Uniti (1944 e oltre) 87
Rifugiati in Svizzera (1944) 208
Sopravvissuti senza ulteriori notizie 18

Nel gennaio del 1942 il Ministero dell'Interno comunicò al governatore Bastianini che i trasferimenti dovevano essere sospesi, perché nei comuni e nei campi italiani non c'era più posto.
Successivamente, però, non mancarono casi di trasferimenti concessi a singole persone o gruppi familiari. Il numero degli internati in Italia che risulta dalle ricerche finora effettuate ammonta a 1213.
Bastianini, molto critico verso l'operato dei militari che, a suo avviso, non controllavano bene la frontiera, nell'estate del 1942 chiese perentoriamente che fosse impedito l'arrivo di altri ebrei , e nel frattempo dispose il respingimento nei confronti dei profughi rimasti o appena giunti a Spalato.
"Non potendo le province della Dalmazia annessa ospitare i gruppi di profughi ebrei qui giunti dalla Croazia - scriveva il 30 agosto del 42 il capo della segreteria particolare del Governatore Bastianini al presidente della Delasem Lelio Valobra - è previsto un loro ritorno nella zona di occupazione Italiana nella Croazia stessa. Per evitare però i pericoli cui Voi fate cenno è stato concordato con le autorità militari di occupazione che il ritorno degli stessi avvenga in località in cui possa essere garantita la loro incolumità e in cui essi possano avere, se necessario, protezione" 9
In questa comunicazione va osservata la data. Nell'agosto del 1942 era già arrivata, a Mussolini, la richiesta tedesca di consegnare gli ebrei presenti nella Seconda Zona e si ritiene impossibile che Bastianini non fosse informato del fatto che si stava discutendo se e in che modo rifiutarla. Eppure le parole del suo segretario, in particolare quel "se necessario" fanno ritenere che nel governatorato della Dalmazia i "pericoli" cui Valobra doveva aver fatto cenno, cioè il rischio della deportazione in Polonia cui si esponevano gli ebrei che si stavano respingendo, non erano ritenuti, in definitiva, inevitabili.
Ad essere preoccupato, invece, per il loro destino era il Nunzio Apostolico, monsignor Borgoncini Duca che il 2 settembre del 1942 così scriveva al cardinale Maglione , capo della Segreteria di Stato del Vaticano: "Mi è pervenuto il Suo venerato dispaccio del 26 agosto p. p., n.5928/42,' riguardante le tristi condizioni degli ebrei croati che, rifugiatisi sulle coste dalmate, sarebbero ora costretti dalle autorità italiane di rientrare in Croazia. È stata mia doverosa premura interessarmi subito presso la direzione generale di Polizia e mi è stato assicurato che tale notizia non è esatta. Il Governo italiano, infatti, ha disposto che detti ebrei non possano maggiormente inoltrarsi nel Regno, come essi avrebbero voluto, ma che risiedano soltanto in quelle provincie passate attualmente all'Italia. Tutto questo perché "mi si diceva "non possiamo convertire il nostro paese in un covo di ebrei ." 10
Bastianini non riuscì ad espellere tutti gli ebrei profughi presenti in Dalmazia ed essendo questa territorio italiano, questi ultimi non potevano essere oggetto delle richieste dei tedeschi.
In seguito a ciò, contrariamente a quanto avvenne per gli ebrei internati nei campi fascisti istituiti nella seconda zona, né essi né tantomeno gli ebrei residenti a Spalato o internati a Curzola furono trasferiti nel campo di Arbe, come pure le autorità militari sembravano intenzionate a fare. 11
"Nella Dalmazia occupata - leggiamo in una relazione inviata alla Delasem nell'agosto del 1943 - si trovano ancora 1700 ebrei e cioè circa 400 ebrei residenti a Spalato, circa 800 profughi si trovano nella città e nei dintorni di Spalato, circa 500 profughi ebrei trovatisi attualmente nell'isola di Curzola e cioè circa la metà nella località di Curzola e l'altra metà nella località di Vallegrande. In totale circa 1700 persone. Tutte queste persone si troverebbero in grave pericolo di vita qualora le Autorità germaniche, che hanno già preso possesso di tutto il territorio croato immediatamente adiacente alla città di Spalato, estendessero la loro ingerenza nelle zone di Spalato e Curzola. Si chiede quindi per un motivo di umanità che venga consentito a queste 1700 persone di trasferirsi in adatte località dell'Italia centrale, tenendo conto del fatto che, in mancanza di misure adeguate si può difficilmente contare che una sola di queste persone possa salvarsi la vita" 12
La Dalmazia fu abbandonata dagli italiani subito dopo l'8 settembre. Gli ebrei di Spalato vennero arrestati tra l'ottobre 1943 e il marzo 1944. Si salvarono solo quelli che riuscirono a raggiungere l'Italia meridionale, in particolare la Puglia, liberata dagli Alleati, attraversando con tutti i mezzi possibili l'Adriatico.



Dal database: internati dal governatorato della Dalmazia.


1 Davide Rodogno, Il nuovo ordine mediterraneo cit.,p.445
2 ACS Ivi, telegramma R.Legazione Italiana, Zagabria a Ministero dell'Interno, Gabinetto, 30.10.1941
3 Davide Rodogno, Il nuovo ordine mediterraneo cit. p.444
4 ACS,MI,DGPS, A 16 (Stranieri e ebrei stranieri, b. 15,f. "SPALATO"
5 ACS,Ivi, Relazioni sul numero degli ebrei presenti nel Governatorato e sui provvedimenti presi nei loro confronti.
6 Sull'isola di Korzula (Curzola) come su tutti gli altri campi e località di internamento degli ebrei nelle zone controllate dagli italiani in Jugoslavia cfr. le ricerche pubblicate sul sito www.campifascisti.it
7 ACS, MI,DGPS, A16 (Stranieri e ebrei stranieri), b.15, f. SPALATO
8 ACS, MI,DGPS, Massime, b.106, f.SPALATO
9 UCEI, Delasem, b.44P Varie, GOVERNO DELLA DALMAZIA Il capo della Segreteria particolare del Governatore all'avv. Lelio Valobra, Zara 30 agosto 1942.
10 Le nonce en Italie Borgongini Duca au cardinal Maglione, Rap. nr. 10997 (A.E.S. 5928 bis/42, orig.) Rome, 2 septembre 1942, Oggetto: Demarche en faveur des juifs croates internés en Italie. In Atti e documenti della Santa Sede relativi al periodo della II Guerra Mondiale, Vol.VIII, Documento n.473, p.643
11 Cfr in www.campifascisti.it la pagina dedicata a questo campo e i documenti in essa contenuti, in particolare la comunicazione del 3 settembre 1943 da parte del capo di Stato Maggiore della II Armata, avente per oggetto: "Lavori completamento baraccamenti ebrei Arbe per accogliere 500 ebrei Curzola"
12 UCEI, serie Delasem, Varie, b.44P, nota per Roma inviaata da Carlo Morpurgo il 27agosto1943

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