Le regioni, le provincie ed i comuni scelti per l' internamento libero degli ebrei stranieri o che ospitarono i campi veri e propri. E' questa la sezione del sito che maggiormente si presta ad un uso didattico del materiale raccolto, ma soprattutto a servire da stimolo per nuove ricerche.

Ho verificato, facendone esperienza diretta, quanto il lavoro d'archivio possa interessare i ragazzi, in tutte le sue fasi, dalla ricerca, alla catalogazione, al confronto dei documenti.

E' come seguire delle tracce e ricostruire, mettendole insieme, le storie dei protagonisti ed anche quelle di chi quei documenti ha prodotto. E gli avvenimenti cui le carte rimandano diventano, per i ragazzi, più reali di quanto possano renderli il migliore dei testi storici, la migliore delle lezioni.

Un percorso, questo, già sperimentato da molte scuole, che ha sicuramente consentito di passare - proprio attraverso la scoperta dell'"anche qui da noi" - da una coscienza o consapevolezza più o meno profonda, ma troppo spesso ridotta a rito o ad emozione, ad una fondata conoscenza di "ciò che è stato"

Lo stesso Klaus Voight, lo storico berlinese autore de "Il rifugio precario" - Gli esuli in Italia dal 1933 al 1945 - (ed. La nuova Italia), sostiene che ci sono ancora moltissimi archivi non indagati, soprattutto quelli comunali che sicuramente conserveranno documenti che potrebbero risultare utilissimi alla definizione del quadro complessivo dell'internamento degli ebrei stranieri durante il periodo fascista.

Ma c'è un altro periodo, forse ancora più importante, sui quali proprio questi archivi potrebbero contribuire a fare più luce: il periodo successivo all'occupazione tedesca.

Certo era interesse di molti distruggere questo tipo di documenti, eppure non è raro trovare ancora tracce di quei mesi oscuri. Tracce non solo di violenza resa ancora più terribile dalla burocratica indifferenza con la quale veniva compiuta (qui penso, ad esempio agli elenchi di nomi che venivano consegnati all'autorità germanica, o a quelli degli ebrei arrestati ed inviati a Fossoli) ma anche di solidarietà eroica che rischia di venire dimenticata per sempre.

I documenti che gli archivi comunali potrebbero conservare sono molti e di diverso tipo. Sono alcune delle stesse prescrizioni per l'internamento che stabilivano gli obblighi per i podestà a servire da guida.

L'autorità comunale doveva, infatti:

C'erano poi l'erogazione del sussidio, la registrazione di documenti o depositi bancari, la consegna delle macchine fotografiche, per non parlare degli stessi documenti di identità o della censura della posta.
C'erano, infine, i rapporti con l'autorità germanica, come veniva definito l'occupante tedesco.

Tutti passaggi minuziosamente registrati, che quasi sicuramente gli archivi potrebbero conservare, se pure non in maniera completa, nelle buste relative agli anni della guerra mondiale.

Sono già diversi i gruppi di ricerca impegnati in varie province d'Italia, ma c'è ancora molto da fare: insegnanti e studenti potrebbero dare un importante contributo che, se raccolto in un unico "luogo" che io immagino potrebbe essere questo sito, andrebbe ben oltre la ricerca scolastica, diventando vera e propria ricerca storica.