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Da Ferramonti - Le lettere censurate

I casi in cui lettere inviate da internati di Ferramonti vengono fermate dalla censura sono due e sono testimoniati, oltre che dalle annotazioni contenute nelle note ministeriali che accompagnavano la restituzione della corrispondenza revisionata, dalla loro presenza nel fascicolo, in originale o in copia. Il primo caso riguarda un internato di nome Gustavo Fried1 che chiedeva aiuto per le condizioni disperate in cui versava. La lettera è scritta in italiano ed è l'unica di cui nel fascicolo sia rimasto l'originale. Il suo ritiro potrebbe essere dipeso dalla proibizione, imposta dalle norme sulla censura, di manifestare preoccupazione per disagi economici. Nella nota ministeriale che ne accompagna la restituzione alla Prefettura di Cosenza viene scritto solamente che: "Questo Ministero non ritiene di dar corso alla lettera dell'internato Fried Gustavo diretta a Gr.Uff. Isaia Levi"

Illustrissimo Signore Cavaliere di Gran Croce Isaia Levi, Torino
Vogliate scusarmi se mi presento con questa lettera all'Eccellenza Vostra e mi permetto di sottoporVi il seguente: Mi trovo già dal 1940 come internato civile di guerra nel campo di concentramento e posso dire, che relativamente sto bene. Fino poco tempo fa avevo la possibilità di ricevere a parte dai miei parenti nel'estero un sussidio, con il quale mi potevo migliorare il rancho. Sfortunatamente sono consunto e sono colpito duramente in modo che sono stato costretto di vendere pezzo per pezzo della mia roba, attualmente mi trovo quindi in una posizione indescrivibile. Giorno per giorno rimango sempre più affamato, che per la maggiorparte del giorno sono costretto di rimanere nel letto, causa di debolezza. Questo resoconto è solo una parte delle mie sofferenze materiali. Prego perciò l'Eccellenza vostra di ben voler considerare la mia posizione acuta e in attesa di un reale Vostro gentile aiuto, Vi prego, Eccellenza anticipatamente i miei ringraziamenti con massimo ossequio. Gustavo Fried.
Lì Ferramonti Tarsia 10.5.1943


Il secondo caso risulta molto più complesso e testimonia di quante autorità fossero coinvolte nel controllo della corrispondenza degli ebrei stranieri internati in Italia.
Esso inizia, infatti, con una comunicazione del Comando Supremo SIM (Servizio Informativo Militare) Sez. Coordinamento della censura di guerra alla Divisione della polizia politica del Ministero dell'interno.
Si trasmettono, per competenza, originali e stralci di 4 lettere censurate. Pregasi voler compiacersi esprimere il proprio parere circa l'ulteriore inoltro da dare alle lettere stesse.
La comunicazione contiene i nomi dei mittenti e quelli dei destinatari, corredati, questi ultimi, dei rispettivi indirizzi. Tre appartengono a persone residenti nell'allora Palestina - una a Gerusalemme, una ad Haifa, una in una città indicata con il nome di Chedera . Il quarto destinatario è il signor C.T.Tropper, rappresentate del Joint Distribution Committee a Lisbona2.
Nel fascicolo sono presenti gli stralci ai quali si accenna nella comunicazione e che qui si riportano, precisando che i puntini di sospensione sono contenuti nel testo.

1) Internato civile Markus Rebhun al sig. David Rebhun, Beth Reismann, Scharei Chesed - Gerusalemme (Palestina).

Ferramonti di Tarsia, 28 marzo 1943
Miei cari bambini ... inoltre vi comunico che tosto partirà dall'Italia verso la Palestina un trasporto di giovani fino a 16 anni. Vi prego, insieme a Rosenzweig di fare di tutto perché il governo della Palestina si intenda con la "Delasem"3 Genova Piazza della Vittoria 14 per noi come persone d'accompagnamento, chè (i documenti) per il viaggio per noi sono a Istanbul. Prego di non dimenticare questo affare e di applicarvici e di portarlo a compimento insieme anche a Mosche Ortner ... Vi prego per lo scambio della cara mamma come pure per me e non trascurate Rosenzweig …… Molti saluti e baci a voi tutti. Papà Markus

2) Internato civile James Pundyk al signor Giuseppe Jasan, House Schefler Hagalilstr - Chedera (Palestina)

Ferramonti, 29 marzo 1943
Caro Giuseppe ... Qui è divenuto noto che i bambini dagli 8 ai 16 anni possono partire per la Palestina perché la Turchia dà la possibilità di passaggio. Secondo i giornali dall'Ungheria sono già partiti tali trasporti di bambini. Qui di già esistono diverse opinioni per il personale d'accompagnamento. Sicuramente non è tanto facile dal momento che qui vi sono moltissime eprsone che vorrebbero approfittare di tale occasione. Voi potrete capacitarvene oppure è dalla Palestina che viene determinato il personale d'accompagnamento. Per me non dovete preoccuparvi, ma per mamma e i bambini dovete vedere di fare qualcosa perché essi hanno molto ma molto bisogno di aiuto. Ho già scritto a Cilla che sta nelle vicinanze ... Ti puoi mettere in contatto con David Rebhun, anche egli ha l più grande interesse di fare qualcosa per i suoi genitori. Vi bacia e saluta di cuore il vostro Chaim.
Caro Giuseppe, or ora è qui noto che i bambini fino ai 16 anni possono partire di qui prima per la Turchia. Ti prego di nuovo di fare di tutto affinchè papà sia destinato di là come accompagnatore …. Datevi da fare tutti per aiutare i genitori e i bambini. Molti saluti


3) Internata Civile Dora Laudanaun a Willy Laudanaun 82 Sarzlat Hadar - Hacarmel - Haifa Palestina

Mio caro, qui è arrivata una notizia per cui una "Allijah" (parola forse ebraica non traducibile) di bambini ha ricevuto in breve il benestare per viaggiare attraverso la Turchia e partiranno. Con questa Allijah (come sopra) andranno via bambini di vari paesi e la Bulgaria dovrà essere il luogo di partenza. La allijah dovrà essere di 4000 bambini. Ora, caro, ti puoi immaginare come mi ha eccitato questa notizia, prego Dio e mi auguro che la nostra amata Finchen sia lì e sarei veramente molto felice e contenta che tal fatto si avverasse. […] Caro, forse per questo tu puoi fare qualche cosa lì e allora ti prego di non lasciare nulla di intentato per aiutare la bambina, devi darti da fare per la via più corta e con la più pressante istanza (perché) un caso del genere deve essere preso in considerazione dal momento che la bambina si trova in un campo di (concentramento) di transito ed è stata messa in lista per Erez, ho posta dalla cara Finchen datata 9/3… Attendo un riscontro favorevole. Tua madre4

4) Questo lo stralcio della quarta lettera rinviata dal SIM alla polizia politica

Copia della traduzione della lettera inviata dall'internato civile Dr. Erwin Taussig, Ferramonti Tarsia, Cosenza a "Joint Distribution Committee The manager Mr. C.T. Tropper, Hotel Metropol - Lisbona

Ferramonti 25 marzo 1943
Signore, quale presidente del locale Comitato di Soccorso e carità mi permetto rivolgermi a voi per la seguente richiesta: Il mio amico Sig. Erberto Landau trasmise al signor Barlas - Istanbul il seguente telegramma: "Preghiamovi interessarvi possibilità ottenere certificati nonché avviamento all'emigrazione per circa mille interessati emigrazione qui internati telegrafate. Erberto Landau". Qui in Ferramonti sono internati circa 1600 civili prigionieri di guerra d'origine ebrea. La maggior parte ha deciso di emigrare in Palestina quale luogo d'ultima destinazione. Due grandi gruppi sono costituiti di rifugiati che avevano cercato di raggiungere la loro meta in diversi modi. Il primo gruppo era andato a Bengasi ed è stato internato essendo stato sorpreso in territorio italiano dallo scoppio della guerra. Il secondo gruppo aveva iniziato il viaggio su di un piccolo bastimento a vapore e naufragò nelle acque di Creta. Essi furono salvati da unità di guerra italiane e dopo 18 mesi di permanenza a Rodi furono deportati in questo campo. Abbiamo ora sentito che si stanno facendo degli sforzi per scambiare rifugiati europei di razza ebraica e per procurare loro certificati d'entrata in Palestina. Mi permetto quindi di attirare la vostra attenzione sugli ospiti di questo campo e di chiedervi di fare del vostro meglio affinchè i nostri poveri compagni possano uscire da qui. P.C.C. Il capo sezione elaboratore

Il Ministero dell'interno risponde al Servizio Informativo con una nota datata 21 maggio 1943:
"Si restituiscono le unite lettere degli internati Markus Rebhun, James Pundyk, Dora Laudsmann e Ervin Taussig significando che questo Ministero non ritiene di dar corso ad esse."

La risposta del Ministero risulta registrata, a matita, sulla comunicazione del SIM. Su di essa, sempre a matita, alcuni appunti che lasciano capire che la vicenda di relativa alle quattro lettere non si chiude con il loro sequestro.
Gli argomenti di cui esse trattano, cioè i progetti di emigrazione che implicano rapporti con nazioni straniere, per quanto neutrali come la Turchia, i destinatari stessi, soprattutto quelli residenti nell'allora Palestina vengono considerati particolarmente pericolosi.
Sui nomi dei mittenti viene quindi eseguito un controllo, una sorta di identificazione. Tre di essi - Markus Rebhun, Erwin Taussig e Dora Laudmann - risultano appartenere ad ebrei stranieri effettivamente internati a Ferramonti, mentre quello di James Pundyk non si rinviene negli elenchi. Viene però identificato come Giuseppe Klinger .

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LEVI, Abramo Giacobbe Isaia (noto come Isaia). - Nacque a Torino il 20 nov. 1863 da Donato e da Marianna Debenedetti, terzo di sei fratelli. Proprietario di una importante ditta di tessuti che aveva filiali in varie parti d'Italia, aveva interessi anche in vari altri settori economici, tra i quali anche l'editoria. Fu nominato senatore nel 1933. Nel frattempo si dedicava a varie opere di beneficenza soprattutto a Torino.Tra l'altro aveva istituito, in una sua villa vicino Torino, la Casa del sole per i figli dei tubercolotici e creato l'associazione assistenziale Pane per tutti; aveva anche fatto restaurare a sue spese palazzo Madama. Anche dopo la promulgazione delle leggi antiebraiche egli riuscì a mantenere il pieno controllo dei propri beni. Ciò giustifica la richiesta di aiuto che gli rivolge l'internato Gustavo Fried, il quale, prima dell'internamento, soggiornava proprio a Torino. Per approfondimenti sulla figura di Isaia Levi cfr il Dizionario Biografico Treccani in rete, alla seguente pagina.
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Gustavo Fried risiedeva a Milano. Viene internato il 7 luglio del 1940, prima ad Alberobello (BA), poi a Isola del Gran Sasso (TE) per passare, in ultimo, a Ferramonti. Dopo la liberazione del campo, risulta presente nel Transit Camp n.1 di Bari al 16 agosto 1944.
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Markus Rebhun arriva a Ferramonti da Rodi il 12 febbraio 1942. Partirà per l'allora Palestina dal porto di Taranto nel maggio del 1944.
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Ervin Taussig era un profugo dalla Jugoslavia internato da Trieste. Giunge a Ferramonti il 3 ottobre del 1941. Risulta presente nel Transit Camp di Bari al 1° settembre del 1944.
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Dvojre (Dora) Thalefeld Laudmann arriva a Ferramonti da Rodi il 12 febbraio 1942. Non si conosce il luogo in cui si trovava dopo la liberazione del campo o quello verso il quale si diresse.
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Giuseppe Klinger viene internato da Lubiana. Il suo internamento a Ferramonti non è comprovato. Prima dell'8 settembre 1943 è ad Aprica (SO) per poi passare in Svizzera.
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1 Le informazioni sul percorso di internamento di Gustavo Fried, come tutte quelle degli altri internati citati di seguito sono reperibili, salvo altre indicazioni, nel database online degli ebrei stranieri internati in Italia durante il periodo bellico, pubblicato on line nel sito www.annapizzuti.it
2 Il Joint Distribution Committee era l'organizzazione ebraico-americana nata nel 1914 che, direttamente o attraverso le organizzazione di soccorso europee sosteneva ebrei profughi ed internati. In particolare la sede di Lisbona del Joint si occupava della loro emigrazione verso nazioni extraeuropee.
3 La Delasem (Delegazione assistenza emigrati ebrei) sostituì, nel dicembre del 1939, con l'autorizzazione del governo fascista il Comasebit (Commissione per l'assistenza degli ebrei in Italia) sciolto dal governo fascista nel giugno dello stesso anno. Presidente era Dante Almansi, presidente dell'Unione delle Comunità Israelitiche italiane, vicepresidente Lelio Vittorio Valobra che ne presiedeva la sede principale a Genova.
4 Le tre lettere contengono riferimenti ad un episodio realmente accaduto, i cui particolari vengono ricostruiti in un saggio di Liliana Picciotto del quale si riporta qui una sintesi.
"Durante il periodo bellico […] furono sviluppati in tutta Europa progetti di salvataggio collettivi di ebrei, progetti purtroppo tutti abortiti. Uno di questi progetti, intrapreso nel giugno del 1942, riguardò anche l'Italia […]. Il progetto fu concepito dall'avvocato Hinko Gottlieb di Zagabria internato nel campo d' internamento italiano di Kralyevica in Albania: prevedeva di far partire in direzione della Turchia (per poi far passare in Palestina) un certo numero di bambini internati nel suo stesso campo. Il piano fu abbracciato dalla Delasem, […]che tentò di agganciarvi anche ragazzi profughi o internati in territorio italiano vero e proprio. Gottlieb aveva coinvolto nella sua idea sia le Comunità ebraiche di Budapest e Zagabria, sia l'Unione delle Comunità Israelitiche Italiane per la sua competenza su parte del territorio albanese amministrato dalla Seconda Armata italiana, principale autorità a poter decidere di eventuali rilasci dai campi di internamento locali. […] Il 26 marzo 1943, Valobra finalmente ottenne il sospirato assenso all'accoglimento dei ragazzi a Istanbul […] L'autorizzazione era stata ottenuta grazie ai buoni uffici di Barlas [capo della missione locale dell'Agenzia ebraica] che aveva convinto il governo Turco a lasciare passare i giovani muniti di permesso di ingresso in Palestina. Tali permessi erano concessi con il contagocce dalla Gran Bretagna, allora potenza mandataria della Palestina . La concessione, nel nostro caso, riguardava 600 bambini e circa 150 accompagnatori. La Delasem […]iniziò a redigere un elenco di volontari partecipanti all'impresa cercando tra gli internati rinchiusi in campi situati in Italia e nei territori annessi od occupati militarmente dall'Italia. […] A metà giugno del 1943 si erano iscritti per partire verso la Turchia 313 ragazzi e sette accompagnatori, provenienti dal campo di internamento di Ferramonti di Tarsia in Calabria, dal centro di internamento dell'Aprica presso Sondrio, da Spalato e dalle isole di Hvar e di Korcula. […] a metà luglio si erano aggiunti altri 152 iscritti. Ora si trattava di chiedere alle autorità italiane i permessi di uscita e alla Croce Rossa la cessione di imbarcazioni, usate normalmente per il trasporto di internati civili di guerra. Le reazioni da parte dell'esercito e del Ministero degli Esteri furono nel complesso positive.[…] Favorevole si dimostrò anche […] l'amministrazione militare. In luglio Valobra pensò di chiedere alla Santa Sede la sua alta protezione per il progetto […] La deludente risposta del Segretario di Stato di Pio XII, Cardinal Maglione, del 24 luglio, fu che:" ... le difficoltà che il progetto presenta per la sua attuazione non rendono possibile accogliere richiesta dell'avvocato Valobra ...". Ormai però il cambio della guardia ai vertici politici italiani e la caduta di Mussolini il 25 luglio lasciavano sperare nella buona riuscita dell'impresa. Il 31 agosto da Genova Valobra era ancora in attesa dell'autorizzazione al viaggio da parte delle autorità italiane. L'iter burocratico si concluse infatti solo il successivo 8 settembre (da 45 giorni ormai l'Italia non era più formalmente retta dal regime fascista) con l'assenso da parte del Ministro degli Affari Esteri Raffaele Guariglia all'espatrio dei ragazzi in via di principio, ma soltanto nel caso si trattasse di destinarli alla Turchia o alla Svizzera, ma non alla Palestina. Troppo tardi in ogni caso perché qualsiasi iniziativa di salvataggio potesse prendere corpo." Tratto da Liliana Picciotto Italia 1942-1943: un tentativo di far giungere in Palestina adolescenti internati dal governo fascista Il Diario 27 gennaio 2007

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