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A Ferramonti - Dall'Italia

I destinatari delle lettere rappresentano due "categorie" di ebrei stranieri internati in Italia. Ludovico Szücs, Ervin Bianchi (già Weisz ), Sigismondo Kugler, appartengono a quella degli ebrei stranieri residenti in Italia da lungo tempo che non avevano richiesto la cittadinanza italiana e che erano stati internati nell'estate del 1940.
Giuseppe Hahn e Martin Gescheit, invece, vengono internati dopo che l'Italia è entrata in guerra. Il primo viene internato da Lubiana ed è quindi uno dei profughi in fuga dalle persecuzioni attuate in Jugoslavia che riuscirono a raggiungere l'Italia. Il secondo è, invece, uno dei naufraghi della nave Pentcho. alle loro lettere va aggiunta quella inviata da una località di internamento libero ad un internato nel campo di Ferramonti che non si è riusciti ad identificare.1

Da Fiume


All'internato Lodovico Szücs

Fiume 4 maggio 1942
Mio caro Lalika! Oggi ho ricevuto le tue 2 cartoline del 28 e del 30. Sono felice che tu, grazie a Dio, stai bene. Che pensi, se ritorni a casa, non sarebbe bene che ti facessi operare l'ernia? Ho comprato stoffa solo per tre mutande. Così naturalmente non manca nulla. Ieri sono stata dai Caruzi, lui aveva forti crampi cefalgici, lei poveretta è anche malata con più di 200 di pressione di sangue. Adesso si preparano a partire ad Abano, se potranno ottenere il permesso. Oggi ho ricevuto una cartolina da Fanni. Scrive che Izrael e famiglia sono stati per Pasqua a Varad, ma naturalmente sono già ritornati. Ti bacia mille volte la tua affezionata Regina
Mittente: Regina Szücs


All'internato Erwin Bianchi (già Weisz)

Fiume 1 settembre 1942
Mio cuore, non vedo l'ora di ritornare a casa mia, a Trieste, in qualche modo tu mi fai molta mancanza, qui tutto parla di te; se sono in salotto ho l'impressione che tu ci sia, poiché vi è ancora il fumo delle tue sigarette. A Oràdom poi, si dice che noi siamo gli ultimi ospiti - anche noi però da qui a due giorni ce ne ritorneremo a casa; il tempo però è magnifico e perciò ci siamo trattenuti qui ancora qualche giorno. Io già sono nera abbastanza. Mi duole assai che tu non mi abbia potuto vedere, da quando sei partito il tempo è sempre stato bello.
Cuore mio, ho spedito a Fiume tutta la roba di casa, già deve essere arrivata a Trieste - però all'avviso dell'arrivo ci saranno delle noie perché bisogna presentare la carta della dichiarazione di Prestràne [incomprensibile N.D.R], forse la troverò, altrimenti dovrò ricomprarla.
Mio cuore, scrivi sempre e a lungo, dicendo tutta la verità, tanto le cose cattive come le buone. Làanger già ha scritto alla moglie? Il mangiare come è? Si può trovare qualche cosa? Il male ora è che non si può mandarti nulla. In questa accludo una fotografia di Aldo, anche lui è nero come uno zingaro. Egli ti manda tanti bacini e chiede che tu gli scriva. Hai ricevuto la lettera raccomandata con dentro la tessera? Scrivi anche al Papà e a quelle signore che ti hanno accolto così bene. L'indirizzo è ….
Ti bacio milioni di volte Rosa
Mittente: Bianchi


All'internato Sigismondo Kugler

Fiume 6 settembre 1942
Caro Sigismondo per il prossimo anno nuovo prendo l'occasione per augurarti le migliori cose; voglia il Creatore che, quanto prima, tu possa ritornare in seno alla tua famiglia.
Alberto la settimana scorsa è tornato a casa, ci ha detto che ha ricevuto una lettera anche da te, ma quale, ora proprio non so precisare, so che gli è stata di grande compagnia. Egli solo ha avuto dieci giorni di licenza; come sarà di ritorno chiederà il permesso di recarsi a Modena per regolare il tuo affare.
Tendler]e famiglia si trovano nelle stesse condizioni della famiglia Kern ed è ancora peggio, poiché deve andarsene di dov'è, dove, però, non lo sa ancora; ma il luogo glielo comunicheranno in seguito. Noi, grazie al Creatore stiamo bene, la mia famiglia la settimana scorsa è tornata da Scechter e ora si trova qui, essa si è presa venti giorni di ferie.
Zeli in chiesa fa il musico e Weisz Hermann fa il sacrestano e prega.
Zeli, nel momento, è in attesa di ricevere la comunicazione dell'impiego che gli hanno assegnato, come successore di Wachsberger, riceverà la metà dello stipendio, in quanto che la signora Wachsberger usufruisce della pensione e sintantochè non desiste del tutto di questa pensione.
Ora sono impegnati a fare il "Hive gettjét" perché a Rivel urge, già non sa aspettare molto, quando c'è qualche guaio d'intorno alla casa. Di nuovo ti auguro tante cose belle e Buone Feste. Anche Ili ti manda tanti auguri: Jakob
N.D.T. Ritengo opportuno esaminare attentamente il finale di questa cartolina, per poterne rilevar eil vero significato; inoltre, tutti i nomi citati in essa sono appartenenti a giudei, perciò nostri nemici



Da Montecatini


All'internato Giuseppe Hahn

Montecatini Terme 19 maggio 1941
Amati cari! Ecco che vi scrivo nuovamente, sebbene da voi non abbia già da molto tempo alcuna posta, ma spero che non c'è alcun guaio, che si tratti soltanto d'un ritardo. Noi grazie a Dio stiamo bene, soltanto Rudi soffre ancora sempre con le reni, adesso egli va qui vicino in una caverna dove si assoggetta ad una cura sudorifera e qui a casa prende bagni di sole, forse questo gli gioverà. Egli attende molto il ragazzo che dovrebbe venir qui, ma sinora non è ancora arrivato, è molto difficile e adesso di nuovo non sappiamo quando viene, perché il Doktorceh (?) poveretto giace malato di tifo. Sàndor ha scritto che la Irnus scrive spesso alla Jucika e si meraviglia che questa non riceve (le sue lettere), perché essa non scrive mai nulla che potesse venir trattenuto dalla posta, ma grazie a Dio stanno bene. Etus è molto addolorata causa la povera Lilike, perché essa non è dove la pensavano, cioè dalla nonna, sicchè nulla sanno di loro, dove essi siano e se, in generale, vivono ancora. Margit e la famiglia scrivono abbastanza spesso, attendono anch'essi di venir trasferiti più nell'interno, ma se no, anche così va bene. I Vasics sono adesso nello stesso luogo dove Stella. Cosa è con la vostra domanda? Come sta Jucika con la sua infiammazione? Come va l'alimentazione? Qui abbiamo avuto un tempo molto piovoso, soltanto adesso comincia il bel tempo. Anche il dottor Grossman è qui con la moglie e i due ragazzi e si rallegra di non essere a casa. Che vi scrivono da casa? Scrivete più spesso. Molti baci. Rudi Paul Ròsa
Mittente: Rosa Herskovic
Tradotto il 3 novembre 1942/Br


Montecatini 28 maggio 1942
Nostri amati cari, già da molto tempo non abbiamo da voi alcuna notizia, spero che non vi sia accaduto alcun male, ma cionondimeno sono inqueta per voi, perché è già moltissimo che mi mancano le vostre notizie. Noi, grazie a Dio, siamo sani, soltanto Rudi non sta ancora bene con le sue reni, adesso va qui in una Caverna, a far la cura sudorifera, nella speranza che questo gli farà bene, siamo molto in pensiero per il ragazzo, scrive molto regolarmente e spesso, soltanto desidereremmo molto e ci tranquillizzerebbe, se egli fosse qui, ma ormai poca speranza si può avere, perché per di più è sopravvenuto che il 15 di questo mese il Doktorceh è morto di tifo, povera Ljubica è rimasta molto presto vedova. Margit e i suoi scrivono abbastanza regolarmente, essi sono tranquilli, soltanto non mangiano abbastanza, e a me duole abbastanza il cuore per loro, ma non li posso aiutare. Laci è ancora a casa e lavora. La famiglia di Sàndor sta bene, e scrivono che anche quella della Imre sta bene. Etus, poverina, è molto triste causa la Lilike, perché nulla sa di loro, perché non sono là dove essa pensava, la poveretta mi fa molta pietà. E voi come state? Cosa è di Jucika? E la domanda non è ancora sbrigata? Neanche noi sappiamo ancora se quest'estate resteremo a casa o meno. E cosa udite da casa? Vi scrivono? Scrivete anche voi. Molte volte vi baciamo. La vostra affezionata Ròzsika, Anti, Rudi
Mittente: Rosa Herskowitz



Dall'internamento libero


Arlena di Casto 26 agosto 1942
Caro City, come vedo anche qui si può vivere e, grazie a Dio, stiamo bene sotto tutti gli aspetti, ed anche perché si può vivere con quello che percepiamo. Naturalmente anche la vita libera e la padronanza di sé, viene a completare la nostra tranquillità, per cui non si sente nostalgia del passato. Da qui a qualche giorno andremo in una vicina cittadina ove ci sistemeremo per bene.
Dì a Bènynek che la saluto tanto e che abbia la cortesia di mandarmi l'indirizzo del dottor Silberschein e di salutarmelo e ringraziarlo tanto da parte mia.
Io avrei piacere di scrivere a Delasemmeh Gennà, abbi la cortesia di dirle che si comunichi come me all'indirizzo sotto citato, poiché il cappotto qui è indispensabile.
D'altra parte godiamo tutti buona salute, come speriamo così sia di Voi tutti.
Oggi spedisco al tuo indirizzo della conserva di latte, ti prego di consegnarla a Luseti, poiché non so il suo indirizzo e dille che mi dispiace non aver potuto mandarlo direttamente prima. Ho rimandato indietro al camerata Schwarz le 33 lire, non voglio immischiarmi nei suoi affari, ho liquidato con 30 lire il suo lavoro e le altre 3 lire sono per Luszti. Invio a tutti saluti affettuosi. Tel-Chaj, Gescheit
Mittente: Gescheit Martin, Canino.

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Ludovico Szucs, ebreo fiumano con cittadinanza ungherese, è trasferito a Ferramonti dal campo di Notaresco (TE) il 7 maggio del 1942. Dopo la liberazione del campo risulta presente ad Avellino.
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La mittente della lettera è stata identificata in Rosalia Schwarz, moglie di Ervin Bianchi. I coniugi Bianchi risiedevano a Fiume. Il marito viene internato a Campagna (SA) l'11.10.1940. Nel marzo del 1942 è a Grado (TS). Da qui viene trasferito a Ferramonti il 17.08.1942, per poi passare ad Apecchio (PU) a dicembre del1942. Il 3 dicembre del 1943 viene arrestato e incarcerato a Cagli (PU). Il 17 marzo 1944 viene liberato con altri detenuti da un'azione di partigiani, ai quali si unisce. All'arrivo degli alleati raggiunge Roma e si stabilisce nel campo profughi di Cinecittà.1


1 Cfr. la scheda relativa a Weisz Ervin in Archivio on line Maggioli Mazzoni, Ebrei italiani e stranieri internati in provincia di Pesaro, 1940/1944, in questa pagina
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Il destinatario della lettera può essere identificato in Sigismondo Kugler, ebreo fiumano, internato a Notaresco (TE) il 20.07.1940. Venne trasferito a Ferramonti il 07.05.1942 ed a S.Giorgio Lucano il 13.06.1943. Dopo la liberazione è presente a Taranto al 23.11.1944. La moglie e le tre figlie furono arrestate a Cremegnaga (Varese) mentre tentavano di rifugiarsi in Svizzera. Sopravvissero alla deportazione solo due delle figlie.
Il mittente può essere identificato in Giacomo Galandauer, ebreo fiumano, sposato con Elena (Ili nella lettera) Weiss. Gli altri nomi presenti nella lettera corrispondono a:
  • Jakob Tandler, ebreo residente a Susak, internato ad Alba (CN) nell'estate del 1942 e poi riparato in Svizzera;
  • Filip Kern, ebreo residente a Susak , non internato;
  • Carlo Zelikovitz, rabbino, successore di Dawid Wachsberger, rabbino a Fiume morto subito dopo essere stato prosciolto dall'internamento per le sue gravi condizioni di salute. Carlo Zelikovitz fu arrestato a Ponte Tesa (Varese) e deportato nel campo di concentramento di Bergen Belsen dove morì.1



1 Liliana Picciotto Il libro della memoria, Mursia 2002, p.672
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Giuseppe Hahn arriva a Ferramonti da Lubiana con la moglie Giulia Rosenberg il 22 dicembre 1942. I coniugi Hahn si imbarcheranno da Napoli per Fort Ontario (Oswego, New York) nel luglio del 1944.
Un ebreo jugoslavo di nome Pavel Herscovic era internato a Montecatini.
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Martin Gescheit arriva a Ferramonti da Rodi il 12 febbraio 1942 insieme alla moglie Magdalena Kertesz. I due vengono trasferiti a Viterbo il 5 agosto 1942, per poi essere di nuovo spostati a Ferramonti nel gennaio del 1943. Non si conosce il luogo in cui i due si trovavano dopo la liberazione del campo o quello verso il quale si diressero. L'internato da salutare è stato identificato in Fedor Benyei, il quale teneva i contatti con varie organizzazioni come la "RELICO" della quale Abraham Silberschein era il fondatore. L'identificazione del destinatario e degli altri internati citati nella lettera risulta difficile per mancanza di riferimenti precisi.
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1 Lelio Vittorio Valobra era un esponente di spicco della comunità ebraica di Genova. Dopo la proclamazione delle leggi razziali ed il passaggio in Italia di ebrei in fuga dopo l'annessione dell'Austria da parte del Terzo Reich, Valobra, su indicazione dell'Unione ebraica, di cui era vicepresidente, venne incaricato di dirigere la DELASEM (Delegazione per l'assistenza degli emigrati ebrei) fondata nel dicembre del 1939. Lo scopo dell'associazione era l'aiuto all'espatrio e alla sopravvivenza sia per i profughi ebrei internati o confinati.

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