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Appendice - Dall'Archivio di Stato di Rodi

I naufraghi del Pentcho raccolti dalla nave italiana Camogli furono trasportati a Rodi e, dopo un periodo trascorso in una tendopoli, furono trasferiti nel campo cosiddetto di San Giovanni, dove già si trovavano rinchiusi diversi internati per motivi politici. Il campo era controllato, all'esterno, dalle Camice nere del 201° battaglione e, all'interno da un ufficiale dei carabinieri.
Va ricordato che agli stessi carabinieri che presidiavano l'isola erano affidate anche le funzioni di controllo della corrispondenza. Quella che però veniva giudicata particolarmente degna di attenzione da parte delle autorità seguiva un percorso più lungo e tortuoso.
Questo trattamento era riservato, in particolare, alla corrispondenza di Alexander Czitrom , uno degli organizzatori del viaggio della nave Pentcho.i
Il suo fascicolo personale conserva diversi esempi che mettono in evidenza il modo in cui la censura si accaniva sulle lettere da lui inviate o ricevute.ii
Il primo riguarda una lettera che Alexander, da Rodi, scrive il 5 aprile del 1941 a Lilly Lichtenfeldiii , una sua amica rimasta a Bratislava:
Cara Lilly . . . . . [i puntini di sospensione sono contenuti nel testo. NdR] Voi un giorno vi pentirete che avete lasciato trascorrere mesi e persino anni senza lavorare per raggiungere la nostra sacra meta. Disillusioni e scuse non hanno valore, bensì solo i comandi i quali divengono sempre più severi e sono proporzionati ai più grandi sacrifici che vengono richiesti. . . . . . Credetemi, è una cosa molto buona essere idealisti e ottimisti. Io sono ancora oggi fermamente persuaso che il nostro destino si muterà . . . . . Noi lavoriamo molto assiduamente e ogni sera ci raduniamo e vengono tenuti dei discorsi. La nostra fede è saldissima e soltanto pochi (i peggiori) sono infedeli. Io lavoro al mio libro e spero di terminare entro due o tre settimane . . . . . Vi saluto con cordiale (segue saluto ebraico ...Tel-Chim)
Traduzione letterale in lingua tedesca. (stralcio) Trieste 19 aprile 1941

Come si può notare, la lettera passa attraverso la Commissione provinciale di censura di Trieste, la quale non si limita a tradurla, ma la invia al Ministero degli affari esteri, con una procedura che esula da quanto previsto dalle disposizioni in materia di censura.iv
Il 21 maggio successivo, "d'ordine del ministro" l'originale della lettera e due copie della stessa vengono rinviate "per opportuna conoscenza ed il seguito del caso" al Regio governo delle isole italiane nell'Egeo che aveva sede a Rodi con la motivazione che il contenuto "fa riferimento alla propaganda ebraica che viene svolta fra gli internati politici dell'isola".v
Il governatore di Rodi, a sua volta, dovette chiamare in causa il capo dell'Ufficio Centrale Speciale dei Carabinieri Reali di Rodi, tenente colonnello Ferdinando Mittino, chiedendogli informazioni più dettagliate sul loro destinatario.vi
E' di quest'ultimo, infatti, l'informativa inviata il 20 giugno successivo, in risposta a quanto sembra chiedere il governatore:
Nel restituire l'unito incarto si comunica che il mittente della lettera revisionata dalla Commissione provinciale di censura di guerra di Trieste, è stato identificato nell'israelitica (sic) Czitrom Alexander di Adolfo, nato nel 1917 a Berehovo (Ungheria) e residente a Bratislva, studente in medicina, apolide, naufrago del piroscafo "Pentcho", internato nel campo di concentramento di Rodi assieme ad altri 500 correligionari. La destinataria è la signorina Lichtenfeld Lilly, residente a Bratislava, amica del mittente, la quale doveva far parte della spedizione diretta in Palestina (la sacra meta), ma poi non partì. Lo Czitrom è un idealista e crede fermamente in un avvenire del popolo ebraico. Tutte le sere, nella camerata, egli parla ai suoi compagni per mantenere desta la fede nel domani. Egli chiama infedeli coloro che vorrebbero rinunziare al proposito di proseguire per la Palestina quando si presenterà l'opportunità favorevole. Durante la permanenza a Rodi lo Czitrom si è dato alla compilazione di una cronistoria del viaggio dei naufraghi del "Pentcho". Il libro, che è scritto in ungherese, ha per titolo: Ebreo: 500 espulsi in viaggio verso la Patria e si compone di 28 capitoli che hanno i titoli di cui all'unito elenco [...] Firmato Il tenente colonnello comandante del gruppo vii

La Commissione provinciale di censura di Trieste continua ad occuparsi della corrispondenza di Alexander Czitrom . Una lettera che gli viene inviata, la cui traduzione porta la data del 26 giugno 1941, viene passata al Comando supremo S.I.M. [Servizio Informativo Militare] il quale, a sua volta, la invia al Comando Superiore delle Forze armate dell'Egeo che, sempre per competenza ne trasmette copia al Comando del Gruppo dei Carabinieri dell'Egeo.viii

Censore n.62 Quaderno n. 2 pag.116
Mitt: Fisch Sandor - Szatmarnemeti - Iskola 1
Dest: Signor Alexander Czitrom - Rodi

. . . . . [i puntini di sospensione sono nel testo. N.d.R] Noi siamo sazi però ci tormentiamo molto per procurarci i nutrimenti (leggi viveri) . . . . . Non voglio peggiorare la tua situazione scrivendoti di più. Noi giudei abbiamo una grande colpa, questa colpa l'hai anche tu, perché tu sei anche un giudeo. Ecco una poesia di Sidy Thal:
Che colpa ho se sono giudeo?
Non ho un cuore? Non sono un bambino?
Non ho una madre? Sono partorito da una roccia?
In causa del nome di Israele dobbiamo soffrire noi tutti, ma speriamo che il caro Signore Iddio non ci abbandoni totalmente. Spero che la prossima lettera te la spedirò a Erez Israel (leggi Tel Aviv)(sic)
Copia conforme all'originale (stralcio tradotto dal tedesco)
Trieste, 26 giugno 1941 Il presidente della commissione


Il primo rigo dello stralcio, come si vede, contiene il riferimento ad una condizione di vita molto difficile, dalla quale forse - e non solo dalle convinzioni sioniste espresse subito dopo - discende l'esortazione a proseguire con tutti i mezzi l'impresa che avrebbe dovuto portare il gruppo in Palestina.
Sandor Fisch continuerà a scrivere all'amico Alexander anche durante la permanenza di questi a Ferramonti In una di esse, se pure in maniera molto allusiva, si accenna ai timori per il destino degli ebrei - vedo che ogni tua parola, ogni tua profezia si sono avverate, particolarmente per quanto riguarda che mi toccheranno ancora maggiori colpi e delusioni - che muoveva Alxander.ix
L'attenzione rivolta con cui venivano seguite le attività di Alexander Czitrom prosegue anche nei mesi successivi, ma il percorso delle lettere sottoposto a censura presenti nel fascicolo appare diverso rispetto a quelle citate sopra.
Copie delle traduzioni - affidate sempre alla Commissione censura di Trieste - arrivano al Comando Supremo S.I.M, ma, a differenza di quanto accade per le lettere precedenti, vengono passate al Comando Superiore delle forze Armate dell'Egeo e, da qui, al Comando del Gruppo Carabinieri Reali.
Esse contengono accese discussioni sulle attività, sempre più difficili ed incerte, dei sionisti e sui loro difficili rapporti con vari enti di assistenza, ma ad attrarre l'attenzione dei censori è principalmente il fatto che, in esse, "si accenna al noto Alezander Czitrom".x




i Sulla figura di Alexander C[z]itrom, l'organizzazione del viaggio e la permanenza dei naufraghi a Rodi, e su tutte le lettere inviate e ricevute dal giovane cfr. Marco Clementi e Eirini Toliou: Gli ultimi ebrei di Rodi - Leggi razziali e deportazioni nel Dodecaneso italiano (1938-1948) , in particolare pp.81-86
ii Archivio di Stato del Dodecaneso, Fondo Ufficio Speciale dei Carabinieri Reali, Rodi (di seguito GAK, DOD, CCRR, UCS) f. n.2460, Czitrom Alexander di Adolfo, 1941
iii Lili Lichtenfeld era nata nel 1905. Durante la guerra era a Nitra, in Cecoslovacchia. Fu deportata da Bratislava ad Auschwitz. E' perita nella Shoah. Cfr: lichtenfeld lilly
iv Cfr. Scheda storica n. 1 La censura di guerra
v GAK, DOD, CCRR, UCS, Ivi: Ministero degli affari esteri A.G. IV° a Regio governo delle isole italiane nell'Egeo - Rodi, Telespresso n. 34/R5308/8 del 21 maggio 1941. Oggetto Revisione corrispondenza
vi Manca, nel fascicolo, il documento che conferma questa richiesta al dell'Ufficio Centrale Speciale dei Carabinieri Reali di Rodi ed al suo comandante Mittino. Documenti di questo tipo accompagnano, invece, le altre lettere sottoposte a censura.
vii GAK, DOD, CCRR, UCS, Ivi: Gruppo Carabinieri Reali per le isole Egee - Ufficio di Servizio A Governo delle isole italiane nell'Egeo - Rodi, nota n.4/10 del 20 giugno 1941. Oggetto Czitrom Alexander
viii GAK, DOD, CCRR, UCS, Ivi: Comando supremo S.I.M., Sezione "Bonsignore" N° B/412130 all.2 a Al Comando FF.AA. dell'Egeo, 13 luglio 1941- Oggetto: lettere dirette a Alexander Czitrom - campo concentramento San Giovanni (Rodi-Egeo) e Comando superiore Forze Armate dell'Egeo Ufficio informazioni, nota N.1724/I di prot, 17 luglio 1941 al Comando Gruppo RR.CC. dell'Egeo. Va ricordato che la sezione "Bonsignore", cioè l'ufficio addetto alla censura presso Comando supremo S.I.M interviene anche su alcune delle lettere in partenza da Ferramonti.
ix Nella sezione Lettere dall'Ungheria 2 è possibile leggere altre due lettere di Sandor Fisch, inviate da Szatmaràrnèmeti (Satu Mare in romeno), una città situata nel territorio della Romania tornato all'Ungheria a seguito del secondo arbitrato di Vienna. Occupata dalle truppe naziste, l'area di Satu Mare fu teatro della persecuzione della numerosa comunità ebraica che vi risiedeva nel Ghetto. Nel database delle vittime della Shoah sul sito dello Yad Vashem è presente più volte il nome di Sandor Fisch, ma mancano i dati necessari all'identificazione. Cfr: fisch sandor
x GAK, DOD, CCRR, UCS, Ivi: Comando Supremo S.I.M a Comando Superiore delle forze Armate dell'Egeo (30.07.1941)e, da quest'ultimo a Comando del Gruppo Carabinieri Reali(5 agosto 1941)

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