L'internamento Indice Tra maggio e luglio 1941

2. EBREI A LUBIANA

2.4 Gli ebrei residenti

Lo scambio di telegrammi tra Lubiana e Roma avvenuto nel giugno del 1941 aveva riguardato esclusivamente gli ebrei emigranti,
Eppure tra i primi ad essere trasferiti in Italia nel mese successivo c'erano anche ebrei i quali, stando almeno agli elenchi conservati negli archivi, risultavano residenti a Lubiana da lungo periodo.
Questa decisione di Grazioli le cui ragioni non si rinvengono, almeno allo stato delle ricerche, in nessun documento suscitò molte proteste, anche perché non coincideva con il comportamento adottato dalle autorità italiane negli altri territori annessi. A Susak, infatti, gli internamenti degli ebrei residenti furono limitati, mentre nelle province dalmate le comunità locali non subirono questo provvedimento.
Alcuni degli internati, arrivati in Italia, si rivolsero direttamente al Ministero dell'Interno con esposti che venivano inviati anche alla Delasem perché li sostenesse.
Scrisse, ad esempio, il 13 agosto 1941 Leo Roth internato a Ferramonti dal 31 luglio precedente:
"Il sottoscritto Roth Leo fu Ignazio di anni 37 qui internato dal 31 luglio u.s. si pregia di esporre a cod. on. Ministero quanto segue. Il petente, cittadino jugoslavo di nascita, già dall'anno 1930 fino all'ultimo ha avuto residenza fissa a Cernomeli, nel distretto omonimo in provincia di Lubiana, dove commerciava in legname, ed è anche proprietario fondiario nel luogo. Il sottoscritto è ammogliato da 7 anni colla Schiller Zdenka, nativa di Cernomeli, ariana di religione cattolica, dal quale matrimonio hanno un bambino, Sasha di anni sei e mezzo, pure egli di religione cattolica. Come si vede di tutto sovraesposto, il petente, avente la stabile dimora in provincia di Lubiana, è stato internato per errore, e perciò il sottoscritto si permette di fare rispettosa domanda, affinchè gli venga revocato il provvedimento di internamento, cosicchè lui possa raggiungere la propria famiglia e la sua abituale residenza a Cernomeli.
Al Roth si aggiunse, il 21 febbraio 1942, Guglielmo Steinberg internato ad Adria (Rovigo)dal mese di novembre del 1941:
"Io sottoscritto Streinberg Guglielmo, nato il 13.10.79 pertinente a Lubiana già dall'anno 1900 abitante a Lubiana dall'anno 1890 mi permetto di rivolgermi al Ministero dell'Interno con questa mia devota preghiera. Visto che sono nato ebreo, ho dovuto, per ordine della Questura di Lubiana (448/30694) assieme a mia moglie Salome nata Offner il 23.11.1941 lasciare Lubiana, ove avevo per ben 51 anni la mia dimora e dove abitano le mie figlie, che sono tutte di religione cattolica ed anche nel rito cattolico coniugate con ariani, per recarmi in confinazione ad Adria, nella provincia di Rovigo. A conferma della mia pertinenza accludo il certificato ufficiale del municipio di Lubiana del 1 febbraio 1942. […] Sono irreparabilmente ammalato di tumore polmonare e mi permetto di pregare codesto Ministero, di acconsentirmi il ritorno, assieme a mia moglie a Lubiana. i
Infine, il 7 marzo 1942 anche Giuseppe Zwieback , internato ad Arzignano (Vicenza), rivolse una analoga istanza al ministero dell'Interno:
"Io sottoscritto Jozo/ Giuseppe Zwieback, figlio di Giacomo, nato 7 luglio 1901 a Nasice, sono stato destinato dall'Alto Consesso, con risoluzione n.448/308081 dal 13 gennaio 1942 all'internazione e mi è stato assegnato, per soggiorno il comune di Arzignano, Provincia di Vicenza, […] Siccome esiste una disposizione generale dell'Alto Consesso, secondo la quale gli ebrei cittadini ex jugoslavi del territorio della provincia di Lubiana possono rimanere nel loro domicilio e quelli che sono già internati possono tornare alle case sue (sic) ii mi permetto pregare umilmente di fare annullare la mia internazione e mi si permetta di ritornare libero a Lubiana. Segue riferimento ai documenti che attestano la residenza a Lubiana
La risposta del Ministero arrivò il 19 giugno 1942: "La revoca del provvedimento non può essere accolta" iii
Dal canto suo, l'Unione delle Comunità Israelitiche protestò ufficialmente con il Ministero dell'Interno solo il 5 gennaio 1942 con il seguente esposto.
"A suo tempo l'Ufficio Stranieri della Questura ha chiesto al rappresentante locale della Delegazione di assistenza agli emigranti (Eugenio Bolaffio), oltre alla distinta dei profughi trovantisi a Lubiana, anche quella degli ebrei stabilmente residenti, Sembra che le due distinte siano state inviate all'On. Ministero contemporaneamente e che l'On Ministero abbia disposto che anche gli ebrei stabilmente residenti a Lubiana vengano (sic) internati, contrariamente a quanto è stato fatto per quelli stabilmente residenti a Spalato e a Sussa (Susak).[…] Dato che questi ebrei avevano a Lubiana le proprie ditte e i propri affari, hanno risentito un grande danno in seguito all'allontanamento e dato che si ritiene che questa disposizione sia stata data in seguito ad un equivoco, si ritiene opportuno che lo stesso venga chiarito, almeno nel senso che la situazione degli ebrei stabilmente degli ebrei stabilmente residenti a Lubiana venga esaminata caso per caso, e non in blocco, come avviene per i profughi."
Il Ministero dell'Interno negò di aver dato disposizioni in tal senso e chiese informazioni all'Alto Commissario Grazioli su quanto accaduto. iv Manca, nella documentazione, la risposta di quest'ultimo, ammesso che sia stata fornita.
Il comportamento di Grazioli, tuttavia, potrebbe essere spiegato tenendo conto della cittadinanza degli ebrei residenti da lunga data a Lubiana.
Secondo le fonti slovene risalenti a prima dell'occupazione essa era così attribuita: gli ebrei con cittadinanza jugoslava erano 49, di cui 21 provenivano dalla Banovina della Drava e 16 erano pertinenti a Lubiana; 21 avevano la cittadinanza polacca; 17 austriaca; 8 cecoslovacca, 6 ungherese, 3 tedesca, 2 italiana, 1rumena e 1 egiziana. v
Se si esaminano, invece, gli elenchi inviati a Roma dalle autorità italiane, si scopre che l'attribuzione della cittadinanza cambia, forse perché nella loro stesura era stato tenuto conto degli stravolgimenti politici e amministrativi causati dall'invasione tedesca in alcune nazioni dell'Europa centro-orientale.
Non si rinviene, infatti, altra spiegazione plausibile, di fronte alle differenze che emergono. vi
Degli ebrei residenti a Lubiana o in provincia 73 risultano essere "germanici", 20 apolidi, 6 cecoslovacchi, ai quali vanno aggiunti un moravo ed un boemo. I residenti con cittadinanza polacca sono 4, ma ce ne sono 5 registrati come cittadini della Galizia (la regione divisa tra la Polonia e l'Ucraina) e 4 come cittadini del Governatorato generale (la parte della Polonia direttamente annessa al Reich). Infine 3 dei nominativi in elenco sono registrati come croati.
Come si può notare, tutti gli ebrei presenti negli elenchi risultano essere assimilabili ai "sudditi stranieri appartenenti a Stati che fanno politica razziale" citati nella circolare emanata il 15 giugno 1940 che prescriveva l'internamento degli ebrei stranieri presenti in Italia. vii
Si potrebbe quindi ritenere che Emilio Grazioli, Alto Commissario di una provincia parte integrante dello Stato italiano, abbia applicato sugli ebrei presenti a Lubiana al momento dell'annessione le norme antiebraiche fasciste in vigore in Italia.


i UCEI, Serie Delasem, b.45 D, f.45-D6 e b.45E, f.45-E7, Richieste di internati
ii Giuseppe Zwieback è l'unico a citare questa disposizione che non è stata rinvenuta, nemmeno nei fascicoli personali degli altri internati. Peraltro nessuno di loro risulta prosciolto dall'internamento.
iii ACS, Ivi, b. 384, f. Zwiebach Giuseppe di Giacomo
iv ACS,MI,DGPS,DAGR, A16 (Stranieri e ebrei stranieri) b.11, f. LUBIANA, Ministero dell'Interno a Alto Commissario per la provincia di Lubiana, 14 gennaio 1942
v Cfr Jasna Simcic Gli ebrei di Ljubljana cit. p.164
vi Va comunque segnalato che l'elenco degli ebrei residenti a Lubiana compilato il 4 ottobre 1941 non contiene l'indicazione della cittadinanza
vii ACS,MI,DGPS,DAGR, Massime Mc,b.59, f.60, Circolare telegrafica 45626/433, Capo della polizia a Prefetti del Regno e Questore di Roma

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