a cura di Anna Pizzuti
Che il database fosse un work in progress è stato già detto, in altre parti del sito. E work in progress vuol dire che la ricerca di nuove fonti, perché ciascuna casella venga riempita, continua, come continuano i contatti per reperirle. Mi è sembrato doveroso, quindi, creare un luogo nel sito, in cui avvisare degli aggiornamenti e dei contributi che ricevo, anche per evidenziare come e quanto la rete che la ricerca ha creato, si arricchisca di maglie e nodi sempre nuovi. Una sorta di diario di bordo, che segnali le nuove informazioni – comunque registrate nel file che contiene l’elenco totale delle fonti – e che metta in evidenza la significatività dei contributi che il sito riceve dai vari studiosi impegnati a ricostruire, in diverse regioni d’Italia, tutti gli aspetti legati all’internamento cui furono costretti gli ebrei stranieri durante la guerra. Il diario verrà strutturato per capitoli, che incroceranno le nuove acquisizioni dagli archivi e dai database on line con i temi rimasti aperti al momento della pubblicazione del database. Alla data, il database si è arricchito di informazioni riguardanti:
L’archivio storico del comune conserva i fascicoli personali di quindici internati. Tutti sopravvissuti all’internamento, nonostante la posizione del paese immediatamente prospiciente la linea Gustav e la conseguente occupazione da parte delle truppe tedesche. Singolare il destino degli internati: i tedeschi ordinano lo sfollamento e tutti gli abitanti, compresi gli internati, si allontanano. Questi ultimi, al contrario di quanto accadde nel paese di San Donato, distante solo pochi chilometri, riescono a salvarsi, come testimoniano le comunicazioni pervenute al sindaco del paese a partire dalle settimane successive alla liberazione di Roma.
L’Archivio di Stato della provincia dell’Aquila è stato riaperto nel luglio di quest’anno, nella zona industriale della città, in una struttura preesistente. Il patrimonio archivistico è stato tutto salvato. Ho potuto, così, riprendere l’esame dei fascicoli personali e ciò mi ha consentito di aggiornare il numero degli internati con le località e le date di presenza. Ho verificato anche i collegamenti esistenti tra la provincia de L’Aquila ed altre province, come, ad esempio, quelle di Rieti, di Chieti, di Grosseto. Terribili, infine, le modalità di segnalazione degli arresti. Particolare, infine, la documentazione di alcune fughe.
Ho ricevuto dalla dottoressa Nicoletta Fasano dell’Istituto Storico della Resistenza della provincia di Asti l’elenco degli internati nella provincia da lei compilato. Tramite esso ho potuto precisare la grafia di alcuni dei luoghi di nascita e completare la ricostruzione dei nuclei familiari.
Il professor Francesco Terzulli, autore di numerosi studi ed in particolare de La Casa Rossa. Un campo di concentramento ad Alberobello, Milano, Mursia, 2003 sulla presenza in Puglia di ex internati e di profughi mi ha inviato l’elenco degli internati ad Alberobello, elenco ricchissimo di informazioni sulla provenienza e sugli spostamenti successivi.
L’esame delle fonti su cui si basa la ricchissima ricerca di Paolo Tagini - Le poche cose: gli internati ebrei nella provincia di Vicenza, ed. ISTREVI - mi ha riportato all’Archivio Centrale dello Stato ad esaminare la busta contenente i documenti riguardanti Fiume e la provincia del Carnaro (MI, Dgps, Dagr, Cat. A16, Stranieri ed ebrei stranieri,b.10). In essa, oltre all’elenco di 54 internati ad Arbe che, nell’agosto del 1943 chiedono di essere trasferiti in campi italiani, diversi dei quali ho ritrovato nel mio database presenti a Bari, ho scoperto un consistente numero di elenchi di profughi , provenienti dai paesi dell’Europa centro-orientale o dalla Croazia che, scoperti a passare clandestinamente la frontiera, venivano fermati e respinti. Il confronto di questi elenchi con il database mi ha consentito di identificarne 63 successivamente internati in Italia.
Gli ex internati che riuscirono a passare la frontiera svizzera identificati nel database sono, ad oggi, 804. Il loro numero si è accresciuto grazie alle ricerche effettuate nel database presente sul sito del Museo dell’Olocausto di Washington. I nomi rinvenuti mancano di dati anagrafici e l’identificazione rispetto ai nomi presenti nel database è stata effettuata seguendo il criterio della località ( dalla provincia di Modena in su) e dei rapporti di parentela. Rimane comunque aperto il discorso di una sicura identificazione.
Grazie al prezioso materiale fornitomi dal professor Francesco Terzulli, ho potuto identificare altri 138 ebrei stranieri ex internati provenienti da varie località e campi che, nel 1945, dopo la liberazione dall’internamento, si ritrovano nel campo istituito presso la cittadina in provincia di Lecce. Le province più rappresentate sono Vicenza e Treviso, ma non mancano, ovviamente, gli ex internati provenienti dal campo di Ferramonti che vanno ad aggiungersi a quelli già identificati.
Grazie a due delle fonti già citate (il database del Museo dell’Olocausto di Washington ed i materiali forniti dal professor Terzulli), è aumentato notevolmente il numero delle identificazioni di coloro che sono presenti nel database in quanto ex internati sussidiati, che però provenivano dai campi jugoslavi gestiti da italiani, campi dai quali fuggono dopo l’8 settembre. Per le ricerche presso il Museo dell'Olocausto si ringraziano i signori Steven Vitto e Steven Frank; quest'ultimo, in particolare, per aver accuratamente consultato l'archivio dell'Internrefational Tracing Service.
Grazie alla cortesia della dottoressa Aurelia Casagrande, ho ricevuto l’elenco completo degli anglo libici trasferiti a Bazzano, accompagnati dalla trascrizione di alcuni interessanti documenti che contribuiscono a fare chiarezza sul destino di questi internati.
Grazie alla collaborazione instaurata con Monsignor Giuseppe Liberatoscioli, archivista della Diocesi di Chieti-Vasto, il database si arricchisce di informazioni sempre più precise riguardanti l'internamento in questa provincia.
Si va completando il quadro dell'internamento in provincia di Pesaro grazie alla cortesia di due ricercatori, Lidia Maggioli e Antonio Mazzoni, autori del libro "Con foglio di via - Storie di internamento in Alta Valmarecchia 1940-1944" Società editrice "Il ponte vecchio" che hanno inoltre integrato il database con le loro ricerche presso l'Archivio di Stato di Pesaro.
292 furono gli ebrei stranieri internati in provincia di Campobasso; di essi si stanno completando o ricostruendo ex novo i percorsi. Per ragioni di contestualizzazione storica vengono considerati appartenenti amministrativamente a Campobasso anche Isernia, ora provincia autonoma, ed i paesi appartenenti al suo territorio.
Sono stati ricontrollati gli ebrei stranieri internati nella provincia nel marzo del 1943, grazie alla gentilezza di Maria peri che ha inviato informazioni tratte dal libro "Braccati - la persecuzione antiebraica nel modenese e nell'Alta valle del Reno (Bologna) ed. Il Fiorino, Modena 2008.
La signora Anna De Luca, responsabile dell'Area sociale ed amministrativa del comune di Notaresco, ha inviato il volume: "Notaresco, appunti di storia moderna e contemporanea" di Gabriele Di Cesare, ed. Comune di Notaresco 1989. Grazie alla sua cortesia è stato possibile ricostruire l'elenco completo degli ebrei stranieri internati nel comune di Notaresco nel 1940 ed i loro successivi spostamenti.
E' stato completato l'elenco degli ebrei stranieri internati ad Ospedaletto di Alpinolo, grazie alle informazioni fornite da Eric Lamet che nel paese venne internato insieme alla madre e che ha raccontato la sua storia in "A CHILD AL CONFINO A True story of a Jewish Boy in Mussolini`s Italy" pubblicato in Italia con il titolo: IL BAMBINO NEL PAESE DEL SOLE (Sperling&Kupfer ed.)
Grazie a Enrico Tomellini che ha inviato le foto di tutti i documenti conservati nell'Archivio Comunale di Caprino, mi è stato possibile acquisire elementi per riportare alla luce la vicenda di centinaia di ebrei profughi a Fiume che nell'aprile del 1941 vengono spostati in quel paese per rimanervi solo fino al 25 dello stesso mese, vicenda finora solo accennata dalle principali fonti. Insieme a ciò, i documenti inviatimi forniscono ulteriori informazioni su coloro che, successivamente, a Caprino vennero internati.
Grazie alla cortesia del professor Mario Toni ho potuto aggiungere nuove informazioni relative agli ebrei stranieri internati in questo paese.