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A Ferramonti - Da Budapest

Da Budapest


All'internato Giovanni Eller

Budapest, 26 maggio 1942
Amati miei cari! Con la posta di oggi è arrivata la vostra n. 11 del 14/5: questa è venuta abbastanza presto. Spero che nel frattempo avete ricevuto di nuovo nostre notizie; noi scriviamo sempre ed è irritante che non vi arrivino; a quanto pare neanche le vostre mancate non arrivano, sebbene possano ancora (arrivare), perché anche da (due parole illeggibili) è arrivata la lettera perduta, se anche soltanto dopo due mesi. Siamo lieti che state bene di salute e che da voi fa bel tempo. Qui per la festa il tempo era abbastanza freddo, con vento e pioggia, ma oggi da noi il termometro alla finestra segna 28 gradi all'ombra, l'aria è profumata, nel cortile della casa di fronte l'acacia è in piena fioritura. Jenö ha scritto una cartolina il 13 ed essa è arrivata il 25: egli sta bene, è sano, mangia e dorme bene. Oggi gli ho mandato un piccolo pacco - è permesso fino a un chilogrammo - con formaggio, "pogàcsa" (una sorta di focaccia), sigarette e sapone: egli attende già con molta impazienza nostre notizie, spero che le abbia ormai già ricevute. Mio caro, noi stiamo tutti bene, da Bèla non abbiamo alcuna notizia da quando il suo amico se ne è andato; adesso attendiamo il suo arrivo, se viene l'estate il 4 giugno ci sarà una gara e a quella verranno: sarebbe bene. Vorrei già poter rispondere alla vostra lettera, che questa non venisse così difficilmente. Con molto molto affetto vi bacio. Mari
Mittente: Balasz
Tradotto il 19 ottobre 1942/Br


Budapest, 1 giugno n.16
Miei cari, Sàri ci ha telefonato subito che era arrivata una vostra lettera e che ce la mandava per posta, ma finora non l'abbiamo ancora ricevuta, ma oggi è venuta una lunga lettera da Bela e marta. L'hanno scritta il 20, scrivono che stanno bene, lavorano molto e, se è vero, Bèla viene il 3 con i calciatori, ma noi non lo crediamo che non quando lo sapremo in treno, certo sarebbe bene! Scrivono che da voi già da molto tempo non hanno ricevuto notizie, essi vi hanno scritto già più volte. Marta scrive che se noi non scrivessimo, non riceverebbero in generale nessuna posta. I ragazzi studiano diligentemente perché si avvicina la fine dell'anno. Brazo ha un istruttore, perché il ragazzo cresce tanto che ormai è alto come Bèla. Le sue scarpe gli sono buone, ma egli è molto serio, come il nostro Jenö quand'era piccolo (come se adesso non lo fosse!). Noi stiamo tutti bene, l'ultima cartolina di Jenö è datata del 13, adesso ne attendo nuovamente una. Miei cari, io spero che adesso riceverete regolarmente la nostra posta. Per il vostro compleanno vi auguro tutto il bene possibile. Vi dia l'Onnipotente ogni bene. Baci da Olga.
tanti cari saluti. Maria
Mittente: Balasz


Budapest, 1 agosto 1942 N°27
proviamo se finalmente riusciamo bene in questa forma. Ieri vi abbiamo scritto, oggi, però, ci giungono due cartoline di Giovanni del 22 e del 25 luglio, meglio così; anche ricevendo molta posta in una sola volta non sono però soddisfatta, poiché non scrivete abbastanza dettagliatamente di Voi.
Abel Maca sta bene, ci scrive, in una cartolina in data 8/7/'42 che ora non può prendere il tè forte, infelicemente! Dagli altri pure è arrivata una cartolina scritta in tedesco in data 8 luglio n°21. Voglio sperare che Riri abbia fatto violenza a quella grande …., poverino, so come ciò è brutto! L'altra volta ho chiuso la finestra di sopra e ho anche sfregato …, così come l'ultima volta, …. A lui faceva male. Noi stiamo bene, pure se il lavoro è scemato, troviamo ancora da fare. Già Vi ho scritto che mi dispiace immensamente di non poter mandarVi qualche pacco, ho corso tanto per trovare un mezzo, ma inutilmente. Per un chilo di frutta non vale la pena davvero, perché verrebbe a costare troppo. Piuttosto sarebbe meglio mandarVi del denaro e così potrete comprarla là direttamente; come pure il paprika (polvere di peperone) non si può, perché bisogna confezionare il pacco di fronte alle autorità. Tanti baci - Maria

Budapest, 13 agosto 1942 N°29
è arrivata il giorno 11 la cartolina n° 24, come pure quella n° 23 dei Lorik, però questa, io penso che sia stata scritta un giorno dopo della mia e sia arrivata un giorno prima. Ci fa molto piacere leggere che, grazie a Dio, Vi trovate bene, uniti a Ivan! Anche noi stiamo meno male, stiamo in attesa degli ospiti, ma non sappiamo quando busseranno alla porta. Eva già si è curata della sua timidezza? Sono felice che ,in mezzo a tanta miseria, Vi abbiano procurato un po' di gioia, anche ieri ne ho spedito delle altre. Sarei molto felice se arrivasse un bel pupetto! Giovanni scrive spesso, anche perché si trova nuovamente nell'ufficio; sei mesi fa ha scritto una cartolina e l'ha scritta anche a macchina. Naturalmente un soldato non può scrivere nulla, così stesso ci dice che ha scritto a te e a Sela, avrei molto piacere se poteste ricevere qualche cosa anche da lui. La festa è già vicina e chi lo sa se potrai ricevere per lo meno questa cartolina! Vi auguro ogni bene e che il cielo vi dia pace e tranquillità e giorni migliori dei presenti. Tante cose affettuose, vi bacio indistintamente - Mari.
Mittente Balasz


Budapest, 20 agosto 1942
Miei carissimi, questa è la terza cartolina che Vi spedisco, spero che arrivi a destinazione. Le ragazze si incaricano di mandare le cartoline in ungherese e perciò anche le notizie. In realtà io sto bene, grazie a Dio io mi trovo in buona salute. Anche qui fa molto caldo, ma penso che è lungi dall'esserlo quanto là.
Irene mia cara, sii tranquilla, non vi è motivo per cui essere inquieta. Se ti è possibile, devi tenerci, anzi, alla vita! Marietta, però, come ho saputo, si comunica sempre con voi. Tante cose belle e tante affettuosità e baci a tutti. Giovanni


Budapest, 10 ottobre 1942
Miei cari abbiamo ricevuto la vostra n. 39 in data 1 settembre u.s. come pure nel sabato 20 dello stesso mese è arrivata la cartolina in tedesco. Spero che anche voi riceviate le nostre cartoline: ora scrivo soltanto in ungherese, affinchè la censura di Roma si rallegri nel leggere che tutti Voi vi trovate bene [sottolineato in rosso nel testo N.D.Trascrittore]come pure Ivanék. Noi anche stiamo bene, soltanto però che da questa mattina il tempo è cattivo e l'aria si è raffreddata assai. Le feste sono passate, in occasione di esse ci siamo sentiti molto soli, bensì molte altre famiglie che hanno i loro cari lontani. Che il Buon Dio vi assista e permetta che fra non molto possiate tornare con i vostri cari. Infelicemente Giovanni è partito da dove stava, ora si trova a …. E ci avvisa che d'ora in avanti, molto raramente ci potrà scrivere. Accludo a questa mia la sua ultima cartolina, affinchè la possiate leggere. Avrei molto piacere poter vedere la casa di Eva, mi faccio un'idea di come deve essere carina! Noi ancora non abbiamo riformato la nostra, ma in seguito faremo anche questo. Oggi sono stata a trovare la famiglia di Ilòjan, alle volte ci vado, ma molto raramente. La lettera che avete mandato a Imre non l'abbiamo ancora vista, forse non l'avrà ancora ricevuta. Sara domani, forse, viene qui da noi, per lo meno così ha parlato a Olga per telefono. Miei cari, chiudo questa mia poiché il tempo si sta facendo buio e pure Olga vuole aggiungere qualche rigo a questa mia. Molti baci affettuosi a voi tutti. Maria

Miei cari, come vedo mia sorella Vi ha scritto tutto, io soltanto aggiungo qualche rigo per dimostrarvi che non mi dimentico di Voi …. (una parola incomprensibile) Oggi abbiamo ricevuto da Marta una lunga lettera, nella quale tra l'altro dice che attende da Voi … (parola incomprensibile) Voi scrivete sempre che Marta fa le veci di Bèla, di fatti egli solo scrive l'indirizzo sulla busta. Essa scrive che Béla tutte le settimane va a casa, nel sabato scorso è aumentato di 3 Kg. Se la passa bene. Béla ora ha molto lavoro. Anche noi abbiamo incominciato ad avere del lavoro, così il tempo passa più rapidamente. Giovanni infelicemente non ha ottenuto il permesso per venire a casa, naturalmente già sarebbe ora che venisse tra noi! Vorrei che le cose fossero disposte altrimenti, poiché sentiamo molto la vostra mancanza e lontananza, come pure quella dei nostri cari. Molti baci Olga.

29 settembre 1942 Miei cari, come già Vi ho scritto, R. in questi giorni ritorniamo indietro, per cui vi rendo noto che il mio recapito è … Scrivetemi soltanto cartoline. Stiamo tutti bene e ci sentiamo bene sotto tutti gli aspetti. Non preoccupatevi se d'ora in avanti non potrò scrivervi tanto spesso. In primo luogo non dimenticate di inviarmi soltanto cartoline, lettere niente! Salutatemi tutti veramente. Avrei piacere, se possibile fosse, avere il numero di Imre E. A tutti voi tanti baci. Giovanni


Budapest, 16 ottobre 1942
Miei cari, ci è giunta ieri la vostra cara del 28 settembre n°41, alla quale rispondo pure con un n° 41. Leggo con soddisfazione che grazie al Buon Iddio state bene di salute. Anche noi stiamo tutti bene; infelicemente soltanto, ci fa dispiacere che il freddo già si fa sentire, e abbastanza. Olga già riscalda un po', ma nonostante ciò io lo sento molto l'inverno. Non ho ancora le coperte pesanti, per il prossimo anno forse mi arriveranno!
Sono contenta che riceviate la nostra corrispondenza, soltanto mi dispiace che non possiate ricevere la rivista "Teatro in casa" ne ho spedito due volte; le due prime il 18 agosto e la seconda il 30 settembre. Ieri pure Ve ne ho spedite delle altre. Ieri è arrivata da Giovanni la sua sesta lettera, le altre sono quelle n°217/97, scrive che sta bene, che laggiù fa un tempo magnifico, soltanto le notti sono un po' fredde, grazie a Dio non ha preso neppure un raffreddore. Vi abbiamo scritto che abbiamo ricevuto tutta la Vostra corrispondenza e che ci ha recato immensa gioia. Vi abbiamo scritto una lunga lettera, speriamo che l'abbiate ricevuta. Da sara non abbiamo ricevuto ancora la lettera, speriamo che domani o dopo arrivi. Miei cari, Iddio sia con Voi. Marta ci ha scritto una lunga lettera ove dice che stanno tutti bene e sta in attesa che la mettiamo al corrente di ciò che Voi scrivete. Baci Maria Balàsz


Budapest, 30 Ottobre 1942
Miei amati, finalmente abbiamo ricevuto la Vostra cara che ci ha recato Vostre buone notizie, abbiamo ricevuto, inoltre quella n°9 , n°41 e le tre cartoline. Siamo felici di saperVi bene in salute. Ci fa molto dispiacere che non abbiate nostre notizie da Giovanni, ma purtroppo anche a noi scrive raramente, dopo quelle del 6 e del 15 non abbiamo ricevuto più alcuna notizia da lui. E' stato qui Imre, dice di aver parlato con loro e che stanno tutti bene sotto ogni punto di vista. Il Buon Dio permetta che possano ritornare a casa loro il più presto possibile! Il mio maggior desiderio è che godino (sic)buona salute per lo meno, se non è concesso loro di essere vicini a Voi, è questa la mia preghiera giornaliera che rivolgo al Buon Dio. Noi ce la passiamo meno male, già abbiamo del lavoro e lavoriamo. Infelicemente già incomincia a farsi sentire il freddo, io temo molto il vento! … (nome illeggibile) pure è fuori poverino, ma noi infelicemente non possiamo far altro che piangere per lui, ma ciò non lo aiuta affatto. Mi ricresce che la rivista "Teatro in casa" non Vi sia arrivata, ci proveremo a spedirVela nuovamente, speriamo che questa volta abbiate più sorte; ora il suo contenuto è così piacevole e grato che sarebbe una pena perderla un'altra volta! Che tempo fa laggiù? Piove fa freddo? Vi ho scritto che è arrivata una lettera di Marta, approssimativamente a tre settimane, ora sono in attesa nuovamente della risposta alla mia ultima. A Voi sempre le migliori cose, molti baci. Maria

All'internato Siegmund Steiner

Budapest, 1 giugno 1942
Cari Katica e Zeiga! Abbiamo finalmente ricevuto la vostra tanto attesa cartolina, mentre finora non abbiamo ancora la lettera in essa avvisata. Credevamo già che forse per qualche motivo foste in collera con noi, che da tanto tempo non scrivevate. Cordialmente ci rallegriamo che state bene e che la vostra sorte s'è migliorata: questo ai nostri giorni è certamente una gran cosa! Tua mamma ed i suoi, purtroppo, non scrivono molto, ma del resto non saprebbero nemmeno scrivere cose troppo belle. Anche noi, grazie a Dio, vivacchiamo in qualche modo, in questi grandi tempi ognuno ha le sue cure, i suoi guai. La mia Ducika lavora molto, ma grazie a Dio ha un'ottima ciera (sic), io dico sempre che questo dipende dall'età, ma essa non lo riconosce troppo volentieri. Non vi arrabbiate che Marta non vi scrive, perché essa è divenuta una figura impossibile. Mi sono incontrato per strada con suo padre ed egli si è molto lagnato di lei. Farò del mio meglio per mantenere la mia promessa, me ne sia data soltanto l'occasione. Scrivete quanto prima. Con molto affetto vi abbracciano e baciano tutti e due: Jancsi e Duci.
Mittente Jenö Lowinger
Tradotto il 5 novembre 1942/Br


Budapest, 17 agosto 1942
Cara Caterina e Isiga, ho ricevuto la tua cartolina in data 15 luglio e ti rispondo in ritardo perché la tua è arrivata quando io ero in ferie da Lili con la mamma di Jolo Z. Ernesto.
Mi meraviglia che tu non riceva le nostre cartoline, io però ho sempre risposto a tutti i tuoi scritti. Non ci siamo dimenticati di te, ma mi rincresce che per causa loro ancora non ho potuto mandarti nulla, voglio provare ora per mezzo della posta; se anche arriverà un po' rovinato sarà sempre meglio di niente. Grazie a Dio stiamo tutti bene ed anche ci teniamo su bene. A Jolo sono già due anni che non abbiamo potuto andare, perciò non so nulla della mia famiglia, anche perché in questi ultimi tempi ci scriviamo raramente poiché abbiamo tante altre preoccupazioni.
Voi quando avete ricevuto loro notizie? Un'altra volta non bisogna correre tanto, non vi è alcun scopo e non se lo merita. Per lui non esiste nulla che meriti il suo interesse, soltanto quando si tratta di sé. Da due anni che è qui e non si è ricordato di scrivervi, solo si preoccupa di fare il signore, a me queste ragazzate non interessano. Oggi ho avuto la notizia che Feli è diventato papà di un bel bambino. Ti assicuro che Düro sta bene. Scrivete , anche noi risponderemo subito. Vi abbraccio e bacio, anche a Deni. Joncsi
Mittente: Löwinger Giovanni


Budapest, 19 ottobre 1942
Nostri cari, nel momento siamo poco tranquilli perché da parecchio tempo che non riceviamo Vs/ care notizie, speriamo che non sia accaduto nulla di male, che non vi siano motivi di sorta e che le Vostre cose continuino bene. Dal 4 agosto che non scrivete. Il giorno 2 di settembre vi abbiamo spedito per posta 200 lire ed anche scritto, speriamo che abbiate ricevuto tutto per benino. Noi, grazie al Buon Dio stiamo bene sotto tutti gli aspetti, leviamo la solita vita di prima … (un nome illegibile) infelicemente non riceviamo alcuna notizia e non sappiamo cosa sia di loro. In questi ultimi tempi abbiamo avuto un tempo magnifico e calduccio, ma da una settimana a questa parte è cambiato e già è necessario cominciare a soffiare. Laggiù com'è il tempo? In questa stagione penso che là da Voi non sarà necessario il riscaldamento … (una parola illegibile) se ti ho dato il mio indirizzo, sono stata là dove dicono che scrivono spesso a Goldberg. Scrivete al più presto, perché sono molto preoccupata per Voi. Molte affettuosità, prima di tutto e molti baci a tutti indistintamente. Jancsi e … (nome illeggibile) Mitt. Lowinger Giovanni

All'internato Mauro Goldstein

Budapest, 10 maggio 1942
Caro Moritz!! Sarai molto sorpreso delle mie righe. Non sono stata a Pest da due mesi, quando ci sono ritornata, ho trovato la tua cartolina. Mi ha fatto molto piacere, sono lieta che stai bene. In ogni caso, guardati la salute. Sono già sette mesi che sono andata, che ho dovuto andare via di casa. E ho un grande desiderio di ritornarci. Vorrei rivedere la bambina, piango molto, mai ho pensato che la mia vita sarebbe così infelice. Venerdì ho ricevuto notizie da Kozika, la povera mamma è a letto malata. Il caro buon Dio la mantenga in salute, anche per la bambina. Ti prego, Moritz, scrivi, anche la tua sorte mi interessa. Io spero di ricevere in questi giorni un posto, purtroppo molto ho perduto. Lavorerò, finora è stato qui mio cugino ed aiutava lui, adesso anch'egli è sotto le armi. Quale tua cognata è con te? Tuo fratello David e Iren dove sono? Ti prego di scrivere se ricevi la mia cartolina. Scrivi del tutto tranquillo all'indirizzo di zia Erna, non sarò molto distante da loro. Sebbene non li conosca, saluto i tuoi parenti. A te cordiali saluti. Iren. Zia Erna e famiglia ti mandano saluti, e Relly
Indirizzo: Sig.ra Lipotnè Rosenberg per Iren …..
Lettera tradotta il 22.10.1942/Br


All'internato Desider Neumann

Budapest, senza data
Miei cari! Siamo arrivati qui in visita alla cara Bertus e resteremo più a lungo. Non c'è alcuna novità di rilievo. Stiamo bene, siamo sani, e si dice che questo valga più di tutto. Lo può dire meglio di chiunque la povera Magdus, spero che da allora è guarita ed è già "a casa". Erzsi e famiglia stanno bene, per loro non dovete essere in pensieri. Per ciò che riguarda Margit ed i suoi …. Speriamo che Iddio li aiuterà ed anche la loro sorte si cambierà per il meglio. Se le scrivete, non le menzionate nemmeno ch'io vi ho scritto per loro, perché ciò le dispiacerebbe. Da noi nulla di nuovo. I ragazzi stanno bene. Se il loro papà li conduce qualche volta a passeggiare, sono felici. La Bertus, poveretta, è malata, passa molto del suo tempo a letto. E' nervosa e molto debole. Giza, Hermine le rispettive famiglie stanno abbastanza bene. Affettuosamente vi baciamo tutti molte volte. Margit
Mittente: Lajos Lustig
Tradotto il 22 ottobre 1942/Br


Nagytètèny, (quartiere periferico di Budapest) senza data
Miei cari, già da molto tempo non ho ricevuto da voi alcuna notizia. Ieri vi ho fatto rimettere nuovamente 150 lire, ma mi hanno detto che d'or innanzi non potranno concedere che in base ad un certificato, per cui nuovamente che in base ad un certificato, per cui nuovamente vi prego di mandare finalmente la "Bescheinigung" ossia "Certificato", perché senza questo , per quanto ciò mi dispiaccia, non posso più effettuare ulteriori rimesse. La tua cara moglie sta sperabilmente bene del tutto e anche voi. Tua sorella Margit, insieme ai suoi, è a Pest. Vi hanno già scritto. Avete ricevuto il suo avviso? I tuoi cari genitori - come ci è stato detto - stanno bene. Qui il tempo è molto piovoso e fresco. Stiamo bene. Vi saluta e bacia - lo zio Zeiga e famiglia.
Mittente: Zsigmund Burger
Tradotto il 19 ottobre 1942/Br


All'internata Ily Weiss

Budapest, 11 maggio 1942
Miei cari figlioli! Ci fa molto piacere che nel vostro nuovo luogo di soggiorno siate meglio approvvigionati. E vi faccio sapere che anche in febbraio vi ho mandato 200 lire a Rodi, cara la mia Ilike, non mancare di reclamarle; da quando abbiamo cominciato a spedirvi questo denaro, non l'abbiamo trascurato neanche un solo mese. La cartolina da te impostata il 30/4, l'abbiamo ricevuta in 10 giorni. Ho rimesso a Fodor le tue care righe. Voglia il buon Dio che possiate venir a casa quanto prima. Noi grazie a Dio siamo sani, ciò che vorremmo sentire anche di voi. Molto affettuosamente vi baciamo - Zsofka e Karoly B. Vi bacio affettuosamente tutti e due. Oggi parto a casa. Edith
Mittente Kàroly Làszlò
Tradotto il 22 ottobre 1942/Br


All'internato Zoltan Jakubovits

Budapest, senza data
Mio caro e adorato figlio, ti lamenti che da parecchio non hai risposta alle tue care lettere. Finalmente abbiamo avuto tue notizie che ci hanno procurato infinita gioia, come pure il sentire che ti ricordi e che pensi ancora alle calze di elastico. Ti ringrazio infinitamente della tua attenzione a mio riguardo, però quelle che hai comperato a Zalyam sono ancora buone, e ciò dovuto che sono stata ammalata un anno e perciò non le ho usate. Non voglio caricarmi di debiti, mio caro e adorato figlio, non voglio mandare alla rovina i miei figli, ma se tu proprio vorrai mandarmele, sarà per me molto doloroso, per il fatto che io non posso mandarti nulla, perché il tuo Papà è ora nuovamente all'ospedale dal mese di aprile, sono qui sola: Anna lavora in negozio da due settimane, solo viene a casa per dormire qualche ora. Io sono stata dalla famiglia di Caterina che da due anni non vedevo, poiché sono stata ammalata parecchio tempo anch'io, ora, però, grazie al buon Dio sto bene. Tutti ti ricordano con affetto e si pentono molto di non essere venuti via con te, perché ora, purtroppo, le cose non vanno troppo bene anche per loro. La fotografia che Maria portava sempre nella borsetta come qualche cosa molto importante l'ha data a me, che la guardi ancora e sempre e mi si è raccomandata così: - Abbi molto riguardo, mamma, non rovinarla che questo è il mio Zoli. - Come sono ansiosa di vedervi e quando penso a questa penosa situazione mi sento straziare il cuore! Quando potrò rivedervi seduti attorno al nostro tavolo come allora, tutti uniti? Sempre prego il buon Dio, anche di notte quando mi sveglio lo supplico affinchè ci conceda la grazia di poter vivere uniti con il caro Papà, e vedere tutti i miei figlioli assieme come anticamente; la coppia di Geza, Tahàk, Börsi ecc., le ragazze di Maerüva poverine, non verranno a casa, neppure una.
E' stato qui Gyula e gli ho detto di aggiungere qualche rigo a questa mia, mi ha risposto che non partirà la prossima settimana ti scriverà una lettera a parte e ha preso nota del tuo indirizzo.
Dr. Szàsz non è qui, neppure Gelher, se perlomeno ci fosse lui potrebbe trattare ciò che ti riguarda, e neanche Maria è qui che potrebbe farlo, e come potrebbe essa venire, è cosa più che impossibile.
Tu hai scritto a Katakà, mio caro Zoli, che ti mandino di là dove essi si trovino, della roba da vestire o vuoi che glielo scriva io? Sono informata che da qui non si può spedire nulla, perciò essendovi là un signore che si chiama Neimann, che era farmacista a Zalyam, domandagli, mio caro figlio se egli riesce avere dei pacchi da casa sua, perché così anche tu potresti ricevere qualche cosa. I suoi genitori abitano qui, però non li conosco e neppure so dove stiano di casa. Che detto signore stia là dove sei te ne sono sicura. Le figlie di Counvald mi hanno riferito che una certa signora Neimann è andata a Budapest e di là ha spedito della roba da mangiare a suo figlio. Informati a riguardo presso il signor Neimann Desiderio e se realmente egli ha ricevuto tutto per bene, così mandalo a dire, come pure mandaci l'indirizzo dei cari genitori di Neimann così io mi interesserò per poterti spedire, come loro anche fanno, qualche cosa da mangiare. Neimann dovrebbe conoscere anche Csukat, se è stato a Zolyam. Se tra breve tu potrai venire, avvisaci con qualche rigo, prima. Csukat ti saluta. Ti prego, mio caro figlio, non tardare a rispondermi, come ho fatto io questa volta, così ha voluto il buon Dio, però ti prometto che d'ora in poi ti risponderò subito, ti prego soltanto di non attendere la nostra risposta per scrivere. Ti prego di salutarmi tutti i conoscenti, a te tante affettuosità ed ogni bene, tua Mamma

Mio caro figlio Zoltan, abbiamo ricevuto la tua cara lettera, dalla quale con immenso piacere abbiamo appreso che stai bene, ti auguriamo che continui sempre così e prego il buon Dio che al più presto ti possiamo riabbracciare. Sforzati di essere calmo e sereno, anche a nostro riguardo, noi stiamo bene, io soltanto mi sento alquanto indebolito, ma ho molta speranza di riacquistare la mia salute primitiva. La mamma felicemente sta bene. Scrivici spesso. Baci affettuosi dal tuo papà.


Budapest, 9 maggio 1942
Caro mio Zolika! - Ho ricevuto alcune settimane fa la tua cartolina e mi ha fatto piacere di sentire che nel tuo nuovo posto ti senti meglio. Il motivo del mio silenzio era soltanto che ero molto impaziente causa i miei di casa, da sei settimane non ho ricevuto da loro nessuno scritto, questa mattina ho loro telegrafato e adesso mi è arrivata la risposta di zio Berti, che stanno bene e tutti sono a casa. Purtroppo sono molto inquieto anche per la loro situazione, conceda soltanto il buon Dio che tutti ci possiamo rivedere gioiosamente. Il mese scorso non ho ottenuto il permesso, ma spero che questo mese esaudiranno la mia preghiera, e non appena avrò in mano il permesso, ti aiuterò con molto piacere. Scrivimi diligentemente anche in seguito, perché la tua sorte, la tua situazione mi interessano. Ti bacia affettuosamente il tuo zio Jani. Mittente: Jenö Engel
Tradotto il 22 ottobre 1942/Br


Budapest 23 agosto 1942
Mio caro Zoli, abbiamo ricevuto la tua cartolina in data 24 luglio, però la lettera ed il certificato cui la tua cartolina fa cenno, non sono ancora arrivati.
Già da febbraio che non ottengo il permesso per assegnarti del denaro mensilmente, ancora non sono al pari di come deve essere fatta questa domanda, ma infelicemente in questi tempi, non si può ottenere il permesso, né per mandare denaro, né per spedire pacchi.
Mi proverò nuovamente se sarà possibile, per avere detto permesso, e concludere così favorevolmente il tuo caso, dopo di che, subito, ti spedirò la tua parte di denaro.
Ti voglio essere utile con tutto il cuore, ma soltanto se sarà possibile legalmente.
Se arrivasse il certificato, anche su questo punto sarei tranquilla.
Scrivi spesso. Da casa già da tempo che non ricevo notizie. Vi bacio tanto tanto. La tua zia Jani
Mittente Enoch Jenö


All'internato Herman Wald

Budapest, 13 maggio 1942
Nostri cari! Non so nemmeno che scrivervi, già che neanche voi scrivete. Non voglio credere che non abbiate ricevuto la nostra cartolina. Grazie a Dio noi stiamo abbastanza bene. Questa cartolina l'avevo destinata a casa e adesso vedo di averla scambiata. Sarete sorpresi, ma così è. Per così dire non sappiamo nemmeno il vostro indirizzo, perché non scrivete allo zio Màr? Anzitutto ci felicitiamo con voi di tutto cuore, se il vostro matrimonio ha avuto luogo. Questo lo abbiamo udito ancora dalla Gizi. Siate felici per sempre. Non vi meravigliate, ma non ho davvero la testa a posto per esprimermi un poco meglio. Come state voi? Cara Pirike, tu cuci? Anch'io, del resto la moda è il nero. Molte cose si possono vedere. Usiamo andare dallo zio Màrton, ma raramente. Altre novità non ci sono. Lo zio Emil, grazie a Dio, si sentiva bene quando siamo andati da loro. Soltanto Sara si è arrabbiata, non scrive nulla. E neanche jen. Scriveteci di voi. La scorsa settimana siamo stati dalla zia Mari. Essa è ancora così bella e giovanile. Ma non è troppo affabile, proprio come lo zio Màr. Qui il tempo è brutto, piovoso. Molti baci. Duci.
Nostri amati cari! Non so davvero come cominciare le mie righe perché prima attendiamo una vostra lettera. Mi sorprende assai che fino ad oggi non ci avete comunicato ancora il miglioramento della vostra sorte. Per questo non vi abbiamo scritto fino ad adesso. Se in nome del buon Dio il vostro matrimonio ha avuto luogo, alla buon'ora vi auguro tutto il bene possibile. Di più non vi scrivo, perché già non posso comprendere qui tutto ciò che sento. Del resto stiamo bene e, grazie a Dio, lavoriamo. Molti baci Adèl
Tradotto il 19 ottobre 1942/Br


All'internato Sàndor Friedmann

Budapest senza data
Mio caro buon amico Sàndor! Devo cominciare questa mia lettera chiedendo la tua indulgenza, perché la tua lettera, che mi ha fatto un grandissimo piacere, io l'ho ricevuta ancora il mese scorso. Questo l'avrei bensì potuto anche tacere, ma un impulso psichico mi costringe a scrivertelo per liberarmi da un rimorso, d'altra parte me l'impone anche la sincera ed affettuosa amicizia, che ha in me troppe profonde radici, sicchè non può lasciare passare un tale ritardo senza spiegazione e motivazione. A titolo di spiegazione e scusa ti comunico che dal tempo dell'arrivo della tua lettera ho avuto diverse spiacevolezze nei miei affari, soffrendo anche dei danni, e questo ha aggravato un mio male gastrico già da molto tempo latente, causandomi forti dolori. Sono stato per lungo tempo costretto a rimanere a letto, sicchè ero incapace di scrivere fin solo una lettera. Adesso, grazie a Dio, mi sento già meglio, se anche non perfettamente bene, ma in ogni modo è certo che ormai procedo lentamente sulla via della guarigione. Giornalmente ricevo un'iniezione e osservo una dieta rigorosa. La tua cara lettera mi ha causato una gioia indescrivibile. Leggendo e rileggendo le tue righe, sento quasi quanto sei venuto ad essermi più vicino, vorrei quasi stendere la mano per poterti abbracciare, per salutarti, per fare con te quattro chiacchiere. Ma questo, purtroppo, appartiene per momento ancora, soltanto al regno del desiderio e dell'immaginazione e ci dobbiamo accontentare di chiacchierare fra noi almeno così, per lettera. Dopo tanto tempo, molte cose avremmo da dirci, che causa i limiti ristretti di una lettera ed anche per altri motivi, è impossibile descrivere. Comunque mi proverò di scrivertele debitamente vagliate e filtrate. Forse cadrò anche in ripetizioni, ma dalla tua lettera vedo che tu sei ancora sempre malato della tua antica malattia ed è appunto per aiutarti a sopportarla e per contribuire alla guarigione , che non posso farne a meno. Naturalmente non v0ha alcuna cosa che mi procurerebbe una gioia maggiore che il poterci nuovamente rivedere. Ma di questo per momento non si può nemmeno parlare, chissà quando questo potrà avverarsi e così non v'ha altra soluzione che pazientemente aspettare. E credimi, non val la pena che tu ti strugga per questo e concentri sempre su questo i tuoi pensieri. E' molto più facile aspettare qualcosa, se non ci si pensa incessantemente. Rivolgi la tua attenzione a qualcosa d'altro, e vedrai che il tempo ti trascorrerà meglio e più rapidamente. Credimi, nelle circostanze attuali, la tua situazione è infinitamente migliore e più sicura che quella d'un'infinita serie di tuoi correligionari. Tu sei al sicuro, all'infuori della libertà, hai relativamente tutto il necessario, mentre invece ci sono masse di persone che non sanno che sarà di loro da oggi a domani. Il giorno dopo l'arrivo della tua lettera mi sono incontrato con Avrom. Abbiamo parlato di te, gli ho menzionato la lettera da te ricevuta, le tue inquietudini, mi ha detto che sarebbe cordialmente soddisfatto se, insieme a Fràdel potesse godere tanta tranquillità, quanta ne godi o meglio ne potresti godere tu, se non avessi un simile carattere. Ti supplico: dominati e attendi con energia, con risolutezza, con perseveranza virile il giorno, in cui l'Onnipotente ti concederà la gioia del "rivedersi". Non è degno di un uomo quel sentimentalismo inutile, che senza alcun risultato non fa che macerarci i nervi e l'energia. Qui avresti ancor meno tranquillità, perché i cittadini stranieri ottengono permesso di soggiorno soltanto con una fondata motivazione, ed anche questo per un tempo limitato, e fino alla scadenza vivono in continuo timore e incertezza, se potranno ottenere un prolungamento. Amico mio caro! Accetta un mio sincero consiglio da amico! Scuotiti da dosso la debolezza, cercati un'occupazione, che da un lato distragga la tua attenzione dal pensiero, dall'altra ti renda capace di sostenerti con le tue proprie forze. Oggi viviamo in un'epoca che nessuno può sapere ciò che gli riserva il domani, che chi oggi è in grado di aiutare e porgere appoggio non può sapere se domani lui stesso avrà bisogno di appoggio e di sostentamento. Parlando di te, la conversazione si svolse in un tono di affettuosità, debbo però dirti che essa non fu immune anche di apprensioni e recriminazioni per la tua impazienza, per le tue ribellioni, perché tu mai hai fatto qualcosa per la tua indipendenza, per poterti sostenere da te stesso, con le tue proprie forze. Si è sempre provveduto per te, ma questo diviene sempre più difficile e tu man mano devi abituarti al pensiero che potrebbe divenire anche del tutto impossibile, dovresti adattarti alle circostanze ed assicurarti l'esistenza con il tuo lavoro e con le tue proprie forze. Spero che non ti risentirai per queste mie righe dettate da un sincero affetto d'amico e mi procurerai la gioia di comunicarmi quanto prima che la mia lettera ha avuto il desiderato effetto curativo. Ti auguro tutto il bene immaginabile e che con l'aiuto di Dio ci possiamo rivedere gioiosamente quanto prima. Sii forte e sano, tanto di corpo che d'anima. Dio ti benedica! Con sincero affetto d'amico ti abbraccia Gyula
Mittente: Gyula Mandel


All'internato Oskar Elbert

Budapest 22 agosto 1942
Caro Oskar, avevo intenzione di essere puntuale nel risponderti, ma così stesso non ci sono riuscita completamente. Io sono stata anche in ferie due settimane e da quando sono tornata ho avuto molto lavoro in ufficio. Dalla mattina alla sera sono sempre stata occupatissima, avevo appena appena il tempo di mangiare un boccone. Puoi anche comprendere che la tua lettera che mi è stata gentilmente rispedita è giunta dieci giorni più tardi.
Ho definito la tua parte di guadagno, ho spedito le sementi di finocchio e i giornali illustrati, il restante, con mio gran dispiacere, ancora non l'ho potuto trovare. Ciò nel momento va molto lentamente. Io penso che se ancora lo potrò trovare, non sono sicura che ti arriverà integralmente. Vorrei sapere come è che tu lo potrai avere, e se ciò sarà possibile, io continuamente te ne spedirò.
Io non mi trovavo qui nel frattempo che i genitori di Fedor gli hanno mandato il denaro, e in una lettera a parte gli spiegavano che una parte del denaro era per te. Mi dispiace di non aver potuto interessarmi personalmente di questo affare, poiché io ti avrei mandato ciò che ti spettava, separatamente. Dato che è andata così, solo mi resta ad informarti che 30 pengöt corrispondono, al cambio di là, a L. 125. Fedor riceverà questa rimessa in due volte, ed il denaro, probabilmente, arriverà prima della lettera - per lo meno la prima rimessa senz'altro la riceverà subito - ed anche molto probabilmente se lo spenderà tutto, però, arrivando in seguito la lettera che gli spiega la cosa, egli ti consegnerà, poi, integralmente, la seconda rimessa.
Puoi farti un'idea di quanto io sia contenta di essere riuscita avere questa opportunità per farti avere qualche soldo poiché in nessun modo è permesso spedire denaro.
Dalla mia ultima lettera non è avvenuto niente di nuovo. Ora mi sono rimessa un po' bene con queste due settimane di riposo. Sono stata a Rimaszabat da parenti. E' stata veramente piacevole e provvidenziale questa piccola interruzione del mio lavoro. Ho riposato molto, mangiavo continuamente e la mia parentela mi ha proporzionato tutto ciò che c'era di meglio. Al ritorno sono scesa anche a Pàszton, ove tu sai che ho là pure una infinità di parenti, abbiamo parlato molto di tutti con Iolanda (Hexner) Come sono informati i suoi genitori bene con Zscham. Miko è a Poszony nel Ministero degli affari Poste, solo guadagna molto poco e per ciò mi dispiace, ma d'altronde può ritenersi, così stesso, fortunato.
Debbo terminare questa mia perché sto scrivendo in ufficio ed ora debbo riprendere il mio lavoro. Scrivi quanto prima, parlaci di te, nella tua ultima dicevi che non stavi troppo bene, spero che non sia stato nulla di grave. Abbi molto riguardo con la tua salute, in questo momento è la cosa più importante. Clara.

Caro Fedor, ti prego di non offenderti se non ti scrivo una lettera a parte, nel momento, però, sono molto occupata qui in ufficio. Ho spiegato a Oscar l'affare dei soldi, come pure penso che i tuoi genitori già ti abbiano comunicato come è la cosa. Tuo padre ultimamente non è stato troppo bene, è stato all'ospedale sotto cura, ora però si sente meglio. Al riguardo di Edit, ho sentito che è già al posto in fatto di lavoro, come pure devi sapere che non è più là dove era prima. Di Giorgio anche sono certa che è al posto, grazie a Dio, non è neppure lontano di qui.
Noi, date anche le circostanze, stiamo bene e siamo, perciò, contenti di abitare ancora alla stessa via. Tante cose affettuose e ti bacio. Clara


All'internata Eva Baracs

Budapest, 24 luglio 1942
Cara Eva, ti mando queste poche righe da Budapest, ove mi trovo per passarvi tre settimane di ferie estive. Non so, ma penso che tu pure sia informata delle circostanze della mia vita, io di Voi so soltanto ciò che le Vostre lettere mi dicono. Sono contento anche del Vostro piccolo cambiamento. Risultato - una casa soltanto per voi.
Devi credere che se la vita fosse più soave e non si avessero tanti pensieri, sarebbe ancora facile compilare una vera lettera ed il destinatario la potrebbe anche prendere sul serio. Nel momento non è purtroppo così. Non è mio scopo il lagnarmi, ma sono saturo di preoccupazioni. Non è però interessante ora trattare di ciò. Anche se agissi come penso e parlo, non sarebbe per lamentarmi, bensì per renderti conto della mia situazione. Ma anche in questa maniera non si riuscirebbe ad accettare o risolvere uno so, vero e concreto problema.
Il tuo sistema di vita troppo legato non ti permette delle concezioni reali, per cui puoi comprendere che, dato il mio modo di vita libero, io abbia delle opinioni molto diverse dalle tue. Tanto per dire:- Io vivo a Budapest, tra i Munkacs, si chiamano così i professori novelli, qui ho ottenuto il voto massimo (100) cioè la migliore qualifica. Io però ho intenzione di entrare nel Ginnasio di Budapest (ove già vi sono i progetti, quando non ho voluto neppure ascoltare il professore al riguardo) dove ho speranze di iniziare già ora in settembre. C'è un male, però, e cioè che la mia ottima qualifica solo potrà avere luogo dopo passati due anni dalla comunicazione della medesima. Ancora sto pensando come io debba agire. Io, del resto, non ho molto cambiato. Al di fuori …… divengo calvo, al di dentro …. Ora d'estate lavoro un po', m'ingegno a rinnovare il vecchio funzionamento della sala (credo che ricorderai che io sin da giovanetto mi divertivo ad occuparmi di ciò) Ho comprato alcuni libri di letteratura. Non trovo alcun piacere trattenermi dentro di casa passeggiando su e giù per le stanze, così per lo meno impiego tutte le ore libere e le occasioni che mi si presentano, nel lavoro.
Abito ancora nella medesima casa. Sul campo di tennis hanno costruito un edificio di tre piani. In questa maniera le circostanze sono cambiate - palla da tennis, racchetta, l'umore stb…… - non vi è più possibilità di fare dello sport.
Alle volte, quando fa molto caldo, vado alla millenaria spiaggia. Ciò considerato, non so proprio come sarà il domani. Scrivi, ti prego, se ciò non ti sarà troppo faticoso. Con tutto il cuore stendo il saluto a tutti voi. Jonci Mitt: Dr. Jànos Strasser


All'internato Tiberio ……

Budapest, 1 agosto 1942
Caro il mio Tiberio, abbiamo ricevuto la tua cartolina in data 7 luglio c.a., e con questa già è la terza che ricevo, se non mi sbaglio, a tutte ho già risposto, come pure a quella di Joici. Ci informa che nella circostanza ti ha trovato bene. Hansmit Suvsàgy ci ha avvisati che Zoòfièh è andato in viaggio. Fatti un'idea di come ciò mi abbia toccato! Ugo, ancora nell'inverno, scrisse che si dà d'attorno per poter vedere Köbany, però L. Pista l'ha chiamato con sé; mi disse che non può avere né ottenere nulla, perché i tempi sono anormali. Con gran dispiacere da parte mia, non ho potuto ottenere altro, poiché non avevo altre conoscenze in questo luogo. Noi tutti stiamo bene. Zonzsi e Andrea sono qui da noi. Voglio sperare che non tocchi a me, ora seguire Zòofiél, ma non si può mai sapere! Cosa senti o sai da Sivih che non scrive mai? Paolo alle volte scrive che sta bene. In questi giorni scriverà Zòofiél qualche cosa a nostro riguardo. Molto affettuosamente ti abbraccio. Elena
Mittente: Strélinger Frigyes (signora)


All'internato Samu Weissberger

Budapest, senza data
Caro mio fratello e cara Terike! Spero che stiate bene, abbiate pazienza per la vostra sorte, noi non vi dimentichiamo neanche per un minuto e se finora non avete ricevuto da noi un aiuto, non è stata colpa nostra, bensì della circostanza che non abbiamo ricevuto il permesso. Per questa settimana si può far conto sicuro sul permesso della Banca Nazionale e tra poco avrete già denaro. Noi, grazie a Dio, stiamo bene, lavoriamo tutti e due e pensiamo molto a voi. Vi baciamo molte volte affettuosamente e quanto prima scrivete una cartolina nella quale non scrivete di cose private, ma soltanto che avete bisogno di appoggio, questo servirà per il prossimo permesso. Vi bacia: Roszi
Mittente: Pal Altmann
Tradotto il 5 novembre 1942/Br

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Giovanni Eller arriva a Ferramonti da Bengasi con la moglie, Irene Balsaz, il 19 settembre del 1940. Muore a Ferramonti il 1° giugno del 1943. La moglie risulta presente a Bari, nel Camp Transit n.1 il 16 agosto 1944.
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Sigmund Steiner, la moglie Katarina Blau, il fratello Erich Steiner e la nipote Lea Singer arrivarono a Ferramonti da Rodi il 27 marzo 1942. Il gruppo familiare - tranne la nipote presente a Bari, nel Camp Transit n.1 al 1°ottobre 1944 - partì da Taranto per la Palestina il 31 maggio 1944.
Il nome del mittente delle due lettere è presente nel database YV, ma non sono disponibili sufficienti dati per definirne il destino.
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Mauro Goldstein e la moglie Elsa Guttman arrivano a Ferramonti da Lubiana il 30 novembre 1941. Entrambi risultano presenti nel campo di S.Maria al Bagno (LE) nel 1945.
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Desiderio Neumann, fratello di Ernö Neumann, arriva a Ferramonti con la moglie Strelinger Margit, il 12 febbraio 1942. Margit morì a Ferramonti il 14 febbraio del 1943, Desiderio partì da Taranto per la Palestina il 31 maggio 1944. Il mittente della lettera Zsigmund Burger, era nato a Budapest. Era un uomo d'affari, sposato con Margit.Durantela guerra viveva a Ujpest, Ungheria. E' perito nella Shoah.
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Ily Weiss(z) arriva a Ferramonti da Rodi con il marito Ladislav Rosinger il 27 marzo del 1942, ma muore il 27 agosto dello stesso anno. Non si conosce il luogo in cui si trovava il marito dopo la liberazione del campo e nemmeno quello verso il quale si diresse.
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Zoltan Jakubovic arriva a Ferramonti da Rodi il 27 marzo 1942. Non si conosce il luogo in cui si trovava dopo la liberazione del campo e nemmeno quello verso il quale si diresse.
Zeev Jakubovic, padre di Zoltan, durante la guerra viveva a Humenne (Cecoslovacchia) . E' perito nella Shoah.
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Hermann Wald e la moglie, Piroska Hollander arrivano a Ferramonti da Rodi il 27 marzo 1942. I coniugi Wald partirono da Taranto per la Palestina il 31 maggio 1944.
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Sandor Friedmann e la moglie Margit Kohn arrivarono da Rodi a Ferramonti il 12 febbraio del 1942. Il 21 marzo del 1943 nacque una figlia che chiamarono Anna Itala. La famiglia Friedmann si imbarcò a Napoli per Fort Ontario (Oswego, New York) nel luglio del 1944.
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Il destinatario della lettera potrebbe essere identificato con Oskar Elbert, arrivato a Ferramonti da Rodi il 14 settembre 1942.
Il padre, Elbert Arnold era nato a Trnava, dove viveva durante la guerra. E' perito nella Schoah.
La madre, Muller Elbert Maria, viveva a Trnava. E' perita nella Shoah.
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La destinataria della lettera è stata identificata in Eva Baracs, arrivata a Ferramonti da Rodi il 27 marzo 1942. Dopo la liberazione del campo, insieme al marito Vojtek Neubauer risulta presente nel Transit Camp di Bari al 16 ottobre 1944.
Il padre Baracs Ljudevit era nato in Cecoslovacchia. Durante la guerra viveva a Bratislava. E' perito nella Shoah.
Il mittente, Janos Strasser durante la guerra viveva ad Agfalva, (Ungheria). E' perito nella Shoah.
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Frigyes Strélinger era nata a Liptonemetlipcse. Prima della guerra viveva a Budapest. E' perita nella Shoah.
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Samuele Weissberger arriva a Ferramonti da Rodi con la moglie Teresa il 27 marzo 1942. Non si conosce il luogo in cui i coniugi Weissberger si trovavano dopo la liberazione o quello verso il quale si diressero.
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Il 7 aprile 1944, subito dopo aver invaso l'Ungheria, i tedeschi, appoggiati dal governo collaborazionista, emanarono il decreto 6163 che dava tutte le istruzioni necessarie per dare inizio alla deportazione degli ebrei che andava conclusa entro la fine del luglio 1944.
Tutto il territorio ungherese venne diviso in quattro zone più una zona che conteneva soltanto Budapest che fu l'ultima ad essere resa "pura dagli Ebrei".
Il rastrellamento nelle cinque zone iniziò pochi giorni dopo. Tra il 15 maggio e il 7 giugno, furono deportati più di 289000 ebrei dalle Zone I e II. Tra l'11 e il 16 giugno fu la volta dei 50 000 ebrei della Zona III ; i 41 500 israeliti della Zona IV furono evacuati in soli tre giorni, a partire dal 25 giugno. All'inizio dell'estate solo i 160 000 ebrei della capitale non erano ancora stati internati.
Da luglio in poi, agli ebrei di Budapest fu ordinato di risiedere esclusivamente nelle cosiddette "case ebraiche", contrassegnate da una stella gialla all'ingresso.
Nell'ottobre del 1944 con l'appoggio dei tedeschi, andarono al governo le Croci Frecciate. Tra il 15 e il 16 ottobre gli ebrei rimasti nella città vennero massacrati nelle strade con una ferocia inaudita. Pochi giorni dopo, il 21 ottobre 1944, alle cinque del mattino iniziò un rastrellamento a tappeto.. Entro il 2 dicembre 1944 63.000 persone furono rinchiuse in un ghetto di 300 metri quadri.
La città fu trasformata in un luogo di terrore e di morte. Diventate ormai impossibili le deportazioni con l'avvicinarsi dell'Armata Rossa, circa 80 000 ebrei, soprattutto donne, furono condotti a piedi verso il confine con l'Austria; una marcia che produsse indicibili sofferenze e mieté un gran numero di vittime.
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