Premessa Fort Ontario: Indice I profughi nell'Italia Meridionale

Come si arriva alla decisione

Nel gennaio del 1944 gli alleati creano il War Refugee Board (Ente per i rifugiati di guerra)

Fin dalla sua entrata in azione il WRB si mostrò convinto che minacce esplicite di punire, una volta finita la guerra, coloro che erano stati responsabili o, a qualsiasi titolo, coinvolti nella persecuzione contro gli ebrei potevano contribuire notevolmente a salvare vite umane.

Per questo motivo aveva previsto una campagna di guerra psicologica contro questo crimine che, peraltro, risultava del tutto nuovo rispetto agli altri commessi durante le guerre precedenti, campagna il cui primo passo doveva essere costituito da una dichiarazione del presidente Roosevelt e di altri leader alleati che condannasse le atrocità commesse dagli stati dell'Asse e promettesse punizioni per i criminali di guerra. Fino a quel momento, infatti, nelle dichiarazioni che avevano accompagnato le varie fasi del conflitto, ciò non era mai avvenuto. La mancanza di riferimento alla persecuzione contro gli ebrei era particolarmente evidente nella dichiarazione sui crimini di guerra proclamata alla Conferenza di Quebec di agosto 1943 e in quella ribadita durante la Conferenza di Mosca due mesi dopo.

Solo nel settembre del 1944, quando la resistenza polacca riferì che i tedeschi in ritirata avevano previsto la macellazione dei sopravvissuti dei campi di concentramento il WRB, propose al Ministero della Guerra il testo di una dichiarazione che il 7 novembre successivo fu pronunciata dal generale Eisenhower.
Eisenhower mise in guardia i tedeschi dal molestare, perseguitare o uccidere gli internati nei campi di concentramento, "non importa quale sia la loro religione o nazionalità."
Gli sforzi per convincere i russi ad emettere una dichiarazione parallela a quella di Eisenhower fallirono. Solo nell'aprile del 1945, negli ultimi caotici giorni di guerra, i sovietici si uniscono agli alleati avvertendo che chiunque maltrattasse un prigioniero di guerra o di un internato sarebbe stato perseguito senza pietà.

La ricerca di un rifugio

Tornando indietro di qualche mese, al periodo in cui si stava iniziando a discutere di come soccorrere profughi della persecuzione, prendiamo in esame la prima dichiarazione sull'argomento rilasciata Il 24 marzo 1944 da Roosvelt quando ciò che avveniva nei lager nazisti era ormai già ampiamente noto, come ci ricorda in un suo saggio anche Liliana Picciotto.

In essa il Presidente promette che "nessuno che ha partecipano ad atti di barbarie resterà impunito Questo avvertimento non vale solo per i leader, ma anche per i loro funzionari e subordinati in Germania e in tutti i paesi satelliti. Roosvelt assicura anche che " nella misura in cui la necessità di operazioni militari lo permetteranno, questo governo userà tutti i mezzi a sua disposizione per facilitare la fuga di tutte le vittime di oppressione"

Queste ultime parole di Roosvelt potevano essere intese come un riferimento al compito specifico del WRB, quello per il quale esso era nato, cioè la tutela dei profughi e dei rifugiati in fuga dalle persecuzioni.
In effetti il War Refugee Board si era reso conto fin dall'inizio del suo mandato che uno dei principali ostacoli contro cui avrebbe dovuto battersi era proprio la mancanza di luoghi sicuri in cui i rifugiati ebrei potessero essere accolti.
Il primo paese che venne proposto a questo fine fu la Libia che era in quel momento controllata dagli inglesi: data la sua posizione, essa sarebbe potuta diventare una zona importante per l'accoglienza degli ebrei provenienti dai Balcani.
Questa proposta, però, dovette essere subito scartata, vista la netta opposizione araba.

Successivamente fu proposta una ex caserma dell'esercito americano a Fedala, vicino a Casablanca, nella quale, nel maggio del 1944, dopo svariate difficoltà create dai francesi - preoccupati che i profughi si stabilissero definitivamente su un loro territorio coloniale - furono accolti profughi provenienti dalla Spagna in numero ben inferiore alla capienza della struttura.

A metà del 1944, il comando alleato militare Mediterraneo, cercando di alleviare i disagi creati dall'arrivo di un elevato numero di rifugiati nel sud Italia, chiese ai francesi l'apertura di un secondo campo Il permesso francese arriva subito e la scelta cade su un'ex caserma militare alleato a Philippeville, sulla costa mediterranea dell'Algeria. Contemporaneamente altri campi venivano aperti anche in Egitto.

Fort Ontario

Mentre cerca aperture altrove, il WRB iniziò a premere per un impegno diretto da parte degli Stati Uniti. Se l'America avesse aperto le sue porte, anche parzialmente, non solo avrebbe offerto un rifugio sicuro, ma il suo esempio avrebbe un effetto moltiplicatore nei suoi tentativi di convincere le altre nazioni a fare lo stesso. La proposta, però, doveva scontrarsi con la forte opposizione all'immigrazione (soprattutto proprio quella ebraica) da parte del Congresso, del Dipartimento di Stato, e in moltissimi settori dell'opinione pubblica.

La risposta del WRB ai timori espressi da più parti fu che si sarebbe trattato di campi di emergenza in cui i rifugiati possono essere internati, come prigionieri di guerra e rimpatriati dopo la sconfitta della Germania.
L'intera operazione avrebbe avuto luogo al di fuori del sistema di immigrazione, evitando così qualsiasi problema di quote o di alterazione delle procedure per il visto.

Si sarebbe trattato, secondo quanto dichiarato dallo stesso Roosvelt, di un asilo temporaneo offerto a tutti coloro che potevano sfuggire ad Hitler. Avrebbero dovuto vivere sotto restrizioni simili a quelle imposte ai prigionieri di guerra, ma che avrebbero ricevuto un trattamento umano. Dopo la fine della guerra, sarebbero tornati nei loro paesi d'origine.
Perché la proposta diventasse operativa, il presidente avrebbe dovuto ottenere il consenso del Congresso.

Nel frattempo numerose iniziative condotte da associazioni ed anche della stampa riuscivano a modificare l'atteggiamento di importanti settori dell'opinione pubblica.

Fu lo scrittore Samuel Grafton, nell'aprile del 1944, a lanciare una campagna che poteva mettere d'accordo tutti. Egli fu il primo, infatti, a proporre, per l'accoglienza, i porti franchi, cioè quelle zone in cui beni esteri destinati viaggio verso altri paesi o depositati per lo stoccaggio temporaneo possono essere introdotti senza pagare dazi doganali. "Perché - scriveva Grafton - non potremmo avere un sistema di porti franchi per i rifugiati in fuga dal terrore Hitler?"
Pochi giorni dopo il WRB cominciò ad occuparsi della crisi che si era creata nel Sud dell'Italia, in particolare in Puglia. A causa del forte afflusso di profughi jugoslavi, i campi in Egitto in cui erano stati trasferiti fino a quel momento erano ormai al limite delle loro possibilità di accoglienza e le autorità militari alleate avevano ridotto le partenze. Anche le vie di fuga attraverso l'Adriatico rischiavano di essere interrotte.

Spinto dalle circostanze, il Dipartimento di Guerra individuò in Fort Ontario, presso Oswego, a nord di New York, il luogo più adatto a realizzare il progetto del WRB. Si arrivò così ai primi giorni di giugno ed al messaggio indirizzato da Rooslvelt al congresso.

In esso il presidente spiegava che la situazione dei rifugiati in Italia imponeva la creazione di ulteriori rifugi temporanei, ed annunciava che erano già in corso accordi per portare negli Stati Uniti 1000 rifugiati nel Sud dell'Italia "sotto le restrizioni di sicurezza appropriate". Il testo completo della comunicazione è qui.

Otto mesi prima, la Svezia, con un territorio che è circa un ventesimo di quello degli Stati Uniti, aveva accolto 8.000 ebrei dalla Danimarca.

A seguire tutte le fasi della raccolta dei profughi e del viaggio verso Fort Ontario fu inviata la giornalista Ruth Gruber che su questa esperienza ha scritto il libro "HAVEN" edito da "Three Rivers Press" .

Premessa Fort Ontario: Indice I profughi nell'Italia Meridionale