Gli Stati Uniti e i profughi ebrei Fort Ontario: Indice I profughi nell'Italia Meridionale: Dalla Jugoslavia

I profughi nell'Italia Meridionale

A partire dai giorni immediatamente successivi all'8 settembre del 1943 migliaia di profughi ebrei, stranieri ex internati o comunque minacciati dall'occupazione nazista fuggono dai luoghi in cui li aveva trovati l'annuncio dell'armistizio, in cerca di salvezza verso l'Italia meridionale, in particolare verso la Puglia ormai liberata. Dopo il 6 giugno del 1944, anche Roma diventa meta di queste fughe.
Sempre nell'Italia meridionale erano presenti ebrei stranieri che non dovettero correre i rischi legati all'attraversamento delle zone occupate, delle linee di combattimento, perché erano stati internati nei principali campi italiani, come Ferramonti in provincia di Cosenza, Campagna in provincia di Salerno, o nei paesi della Basilicata, dell'Abruzzo meridionale (oggi regione Molise) della Campania o della stessa Calabria, e furono quindi i primi ad essere liberati dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia.
Ad essi vanno aggiunti profughi che per le più diverse ragioni erano riusciti ad evitare l'internamento (è il caso, ad esempio della famiglia di Israel Rotschild che, destinata all'internamento, riesce ad evitarlo come risulta dal suo fascicolo personale ), quelli che avevano raggiunto il sud provenendo direttamente sia dai campi istituiti dai fascisti in Jugoslavia, abbandonati dai loro sorveglianti, sia, infine, anche alcuni che erano entrati in Italia al seguito delle truppe italiane che, sempre dopo l'8 settembre , avevano lasciato la zona di occupazione in Francia.

Per accoglierli vennero istituiti vari campi, il più grande dei quali era quello denominato Camp Transit 1 nei pressi di Bari. Altri campi, sempre in Puglia, furono creati a Santa Maria al Bagno, in provincia di Lecce e a Taranto. A Roma per accogliere i profughi fu utilizzato il complesso di Cinecittà.

Confrontando le informazioni finora reperite e presenti nel database con l'elenco allegato ad Haven, il libro di Ruth Gruber e, successivamente, con il lavoro di Francesca Cappella che contiene l'elenco degli ebrei stranieri intestatari dei fascicoli personali conservati presso l'Archivio Centrale dello Stato è possibile verificare che i profughi che erano stati internati in campi o località italiane che salirono sulla nave Herry Gibbons furono 547.

Tra di essi 131 provenivano da località del Nord (significativo il numero de fuggiaschi che erano arrivati al sud partendo da Vicenza, Treviso, Rovigo, Belluno) e quindi avevano sicuramente passato le linee, visto che la nave partì da Napoli il 20 luglio 1944.

Dei profughi provenienti dalla Jugoslavia il database ne identifica solo alcuni, grazie ai documenti ricevuti dal Museo dell'Olocausto di Washington.

Di altri che sicuramente furono internati in Italia, non è stato possibile, finora, identificare la località in cui si erano venuti a trovare prima di raggiungere l'Italia meridionale.

Manca completamente, al momento, nel database, l'identificazione dei profughi provenienti dalla Francia.


Dal database: elenco degli ebrei stranieri partiti per Fort Ontario identificati nel database

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